Economia e Lavoro

Whirpool, l’accordo salta. Dal 22 ottobre partono le lettere di licenziamento

Dopo una giornata intera di trattative, il tavolo su Whirlpool Napoli al ministero dello Sviluppo economico termina all’1 di notte senza un accordo. L’azienda, nonostante le interlocuzioni a vari livelli, ha confermato la scadenza della procedura di licenziamento per i 321 lavoratori (erano 460 all’inizio della procedura, cominciata il 15 luglio). Le lettere partiranno il 22 ottobre, giorno della prossima udienza al tribunale di Napoli relativamente al ricorso per comportamento antisindacale promosso da Fim Fiom e Uilm. “L’azienda ha rifiutato qualsiasi mediazione non mettendoci in condizione di valutare l’ipotesi d’accordo del progetto consortile sulla mobilità sostenibile – spiegano alla Fim Cisl -. Whirlpool, ha infatti negato la possibilità di una proroga per il prolungamento della procedura di licenziamento di 59 giorni, tempo necessario per poter valutare il passaggio dei lavoratori nel progetto ‘hub mobilità’ su cui il ministero dello Sviluppo Economico sta lavorando dal 6 agosto. Ha sbattuto la porta in faccia ai lavoratori del sito di Napoli”. Più severo il commento della Uilm, che sferza il governo poiché nonostante “avessero annunciato la loro presenza e nonostante la gravità della situazione, all’ultimo incontro di procedura con Whirlpool, conclusosi col mancato accordo, i ministri Giorgetti e Orlando hanno limitato la loro partecipazione a un breve collegamento online”. “Auspichiamo che al prossimo incontro di martedì le cose possano andare diversamente e che l’esecutivo porti una proposta concreta capace di scongiurare i licenziamenti”. “Il governo deve finalmente dimostrare – argomentano i rappresentanti della Uilm Ficco e Accurso – di avere la capacità o la volontà di influire sulle vertenze occupazionali. Noi in ogni caso non ci arrenderemo, continueremo a lottare per chiedere al governo la finalizzazione del progetto di rilancio del sito di Napoli e continueremo a percorrere contro Whirlpool tutte le vie possibili compresa quella giudiziaria”. “Purtroppo le cose non sono andate come volevamo e da parte di Whirlpool abbiamo registrato una rigidità inamovibile”, ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, al termine del tavolo. Giorgetti non ha nascosto “l’irritazione” del governo ma ha garantito l’impegno affinché il progetto del consorzio per la reindustrializzazione del sito di Napoli “non si disperda e si concretizzi in tempi rapidi”. “Bisogna ricontattare i soggetti che hanno dato disponibilità in un ambito diverso – ha sottolineato – perché la disponibilità dell’azienda è venuta meno”. Giorgetti ha quindi riferito che parlerà della questione con il presidente del Consiglio Mario Draghi. “Quello che potevamo fare l’abbiamo fatto – ha affermato – lavoriamo per dare concretezza al consorzio”. Whirlpool ha affermato che “durante l’incontro è stato presentato un aggiornamento sul possibile progetto di reindustrializzazione ipotizzato per l’area del sito di via Argine”. “Pur riconoscendo gli sforzi profusi dal Governo e dalla Regione per trovare soluzioni idonee a consentire una nuova missione industriale per il sito di Napoli”, la società “si rammarica che i progetti presentati siano ancora in una fase non compatibile con le esigenze e tempistiche espresse più volte e da ultimo ribadito nella riunione del 28 settembre”. La viceministra allo Sviluppo economico Alessandra Todde, che ha presieduto il tavolo dall’inizio, ha bollato le scelte dell’azienda come “non ragionevoli”: “non comprendiamo perché voglia chiudere la procedura oggi nonostante il tribunale si sia espresso” con il rinvio dell’udienza, che nei fatti sospende i licenziamenti. Todde ha sottolineato lo “sforzo evidente” compiuto dal governo, con la presentazione di una proposta da parte di Invitalia che prevede la costituzione del consorzio per la realizzazione dell’hub della mobilità sostenibile, il cui piano industriale dovrebbe essere pronto per il 15 dicembre. Un piano che Todde conferma “con forza” assicurando che sarà portato avanti”, “continuando a lavorare” nella direzione tracciata. Un piano che nella riunione del 23 settembre prevedeva il coinvolgimento di 5 società (tra queste si parla di Hitachi e Adler), più altre due che avevano manifestato interesse, per iniziali 87 milioni di investimenti complessivi. Un prossimo incontro è stato fissato per martedì.

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