Imprese e Sindacato

Alitalia/Ita, Filt Cgil: “Ridimensionamento strategico per l’intero trasporto aereo”

Una mini flotta con il 20% dell’attuale organico

(Red) La Filt Cgil demolisce il piano strategico che dovrebbe far nascere la nuova compagnia aerea Ita, con la demolizione della vecchia Alitalia. La struttura generale del piano industriale ITA presentato è espressione di ridimensionamento strategico, industriale e politico non solo della compagnia di bandiera, ma di tutto il settore del trasporto aereo. La “mini flotta” annunciata,l’impiego del solo 20% dell’attuale organico e lo spezzettamento delle attività produttive sono solo alcuni dei punti di una base partenza che evidentemente non permetterà il raggiungimento degli obiettivi che lo stesso piano si prefigge di raggiungere nel 2025.
Il piano industriale, redatto al netto di una fase di confronto e condivisione con le parti sociali, risulta debole, contradditorio e non in linea con la necessità di rilancio della compagnia e della garanzia dei livelli occupazionali per le lavoratrici ed i lavoratori di Alitalia, che finora e soprattutto nei giorni più bui della pandemia, hanno sempre coraggiosamente e responsabilmente sostenuto l’operatività della compagnia. Per l’ennesima volta – prosegue la nota sindacale- ci troviamo di fronte ad un modus operandi che, decide discaricare sulle lavoratrici, i lavoratori e le loro famiglie, un sistema di collasso industriale e di incapacità gestionale, invece che perseguire una visione di sviluppo e di tutela del mondo del lavoro e dell’asset industriale. Chiediamo, conclude il sindacato, con forza che i livelli istituzionali territoriali, Regione Lazio e Comune di Roma, prendano atto della condizione di imminente pericolo che si sta configurando a causa della contrazione dell’attività prospettata per lo scalo di Fiumicino e che intervengano prontamente a tutela di quello che è uno dei maggiori bacini industriali ed occupazionali del nostro territorio. Siamo fermamente contrari a questa manifesta volontà di agire in una direzione che già in partenza ci posiziona in una condizione pericolosa, subalterna e discriminatoria di fronte ai nostri pari competitor internazionali.

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