Covid

Allarme dal monitoraggio della Fondazione Gimbe: “Sono almeno 41 le province ad alto rischio”

 Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 17-23 febbraio 2021, rispetto alla precedente, un incremento dei nuovi casi (92.571 vs 84.272) a fronte di un numero stabile di decessi (2.177 vs 2.169). In lieve riduzione i casi attualmente positivi (387.948 vs 393.686), le persone in isolamento domiciliare (367.507 vs 373.149) e i ricoveri con sintomi (18.295 vs 18.463), mentre risalgono le terapie intensive (2.146 vs 2.074). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni: Decessi: 2.177 (+0,4%); Terapia intensiva: +72 (+3,5%); Ricoverati con sintomi: -168 (-0,9%);Isolamento domiciliare: -5.642 (-1,5%); Nuovi casi: 92.571 (+9,8%); Casi attualmente positivi: -5.738 (-1,5%). ½Dopo 4 settimane di stabilità nel numero dei nuovi casi – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si rileva un’inversione di tendenza con un incremento che sfiora il 10%, segno della rapida diffusione di varianti più contagiose». Rispetto alla settimana precedente, infatti, in 11 Regioni aumentano i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti, e in 10 Regioni sale l’incremento percentuale dei casi totali. Sul fronte ospedaliero, l’occupazione da parte di pazienti COVID supera in 4 Regioni la soglia del 40% in area medica e in 8 Regioni quella del 30% delle terapie intensive, che, a livello nazionale, dopo 5 settimane di calo fanno registrare un’inversione di tendenza. La progressiva diffusione della variante inglese sta determinando impennate di casi che richiedono un attento monitoraggio per identificare tempestivamente Comuni o Province dove attuare le zone rosse. ½Secondo le nostre analisi – spiega il Presidente – l’incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente è l’indicatore più sensibile per identificare le numerose spie rosse che si accendono nelle diverse Regioni». In particolare, nella settimana 17-23 febbraio in ben 74/107 Province (68,5%) si registra un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente, con valori che superano il 20% in 41 Province. ½Questi dati – commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – confermano che, per evitare lockdown più estesi, bisogna introdurre tempestivamente restrizioni rigorose nelle aree dove si verificano impennate repentine. Temporeggiare in attesa dei risultati del sequenziamento o di un consistente incremento dei nuovi casi è molto rischioso perchè la situazione rischia di sfuggire di mano».

La variante inglese di Covid-19 più contagiosa del 37%

La variante inglese del covid è più contagiosa: arriva la stima dell’Iss, che quantifica la trasmissibilità nel nostro Paese. “In Italia si è stimato che la cosiddetta variante inglese del virus Sars-CoV-2 ha una trasmissibilità superiore del 37% rispetto ai ceppi non varianti, con una grande incertezza statistica (tra il 18% e il 60%)”, riferisce l’Istituto superiore di sanità (Iss) nelle Faq di uno speciale varianti pubblicato e aggiornato online, spiegando che “la stima è stata ottenuta da uno studio di Iss, ministero della Salute, Fondazione Bruno Kessler, Regioni/Province autonome”.  “Questi valori – sottolinea l’Iss – sono in linea con quelli riportati in altri Paesi, anche se leggermente più bassi”. La stima “induce a considerare l’opportunità di più stringenti misure di controllo che possono andare dal contenimento di focolai nascenti alla mitigazione”. “La stima della trasmissibilità relativa” del mutante Gb “è stata effettuata tramite un modello matematico basato sui dati di due ‘flash survey’ condotte nelle scorse settimane sulla prevalenza della variante inglese – precisa l’Iss – insieme a quelli dei ricoveri di 10 regioni. Le stime sono state fatte utilizzando diversi metodi matematici che hanno dato risultati consistenti tra loro”.

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