Roma Capitale

Calenda: “Restino i dehor e taglio della Tari del 40%”

I settori del commercio, della ristorazione e dell’artigianato “sono di vitale importanza per Roma: vivono del territorio, ne sono parte integrante, e proprio per questo soffrono maggiormente la scarsa qualità dei servizi pubblici che, oltre a danneggiarli direttamente, comporta una minore qualità dei flussi turistici in arrivo e un rapporto di sfiducia con il Comune, visto come un ostacolo”. Il programma del candidato sindaco di Roma Carlo Calenda per il commercio propone, dunque “di definire un Testo Unico in materia di Occupazione di suolo pubblico (Osp)”, per “stabilizzare le Osp Covid dove possibile, in un quadro di regole accomodanti e chiare. Serve inoltre definire un Testo Unico in materia di Osp per le attività con somministrazione che abbia criteri semplici, chiari ed oggettivi per il rilascio anche nel centro storico”. È prioritario ancora, secondo Calenda “ridurre l’importo della Tari. Oggi, ad esempio, un ristorante a Roma paga circa 40 euro al metro quadro contro i 20 euro della media nazionale. Grazie al piano di sviluppo degli impianti di trattamento dei rifiuti, sarà possibile ridurre del 20% tutte le tariffe al metro quadro, per una riduzione complessiva della Tari di 140 milioni di euro. È inoltre importante introdurre la tariffazione puntuale per premiare chi differenzia e chi conferisce meno rifiuti”. Oltre a quelle che Calenda chiama “disfunzioni trasversali della città”, gli esercenti romani “hanno problemi e necessità specifiche per ogni diversa tipologia di attività in cui operano. I ristoratori, necessitano di innovazioni in materia di Occupazione di suolo pubblico, i bar soffrono il fenomeno della malamovida e forme di concorrenza sleale, i mercati operano in strutture fatiscenti e organizzate con regolamenti inadeguati, i locali notturni lavorano in un quadro di regole incerte e molte attività artigiane non sono riconosciute come tali, frenando la crescita del settore”. Il programma di Calenda sindaco è “articolato su due dimensioni: da una parte gli interventi orizzontali, validi per tutti i settori; dall’altra quelli verticali, specifici per ogni settore. Gli interventi orizzontali puntano a compiere un salto di qualità nei servizi pubblici, ad attrarre turismo di maggior qualità, a garantire una concorrenza al rialzo e a promuovere la collaborazione con il Comune”. Ogni esercente spiega il programma di Calenda “deve rispettare regolamenti, ottenere licenze o eseguire adeguamenti per aprire un’attività. Non tutti però rispettano le regole, determinando un sistema generalizzato di concorrenza sleale. Le regole ci sono, quello che manca sono i controlli, che vanno aumentati soprattutto per quanto riguarda la vendita di bevande alcoliche, ma anche sul rispetto dei vincoli sull’occupazione di suolo pubblico, del catalogo arredi e, più in generale, sull’abusivismo commerciale. Per garantire un adeguato presidio sul territorio, bisogna ripristinare il corpo degli ispettori annonari, seguendo il modello di Milano”. Per rilanciare la collaborazione con il Comune, “occorre fare ampio uso dello strumento delle concessioni con cui, in cambio di agevolazioni amministrative, gli esercenti gestiscono il decoro delle aree in concessione – secondo Calenda, che suggerisce anche che -. È poi necessario adottare il Regolamento dei Beni Comuni, per includere le imprese nella gestione e rigenerazione di spazi pubblici tramite lo strumento dei Patti di Collaborazione”. Gli interventi verticali, invece, oltre alle misure specifiche su Osp e Tari, prendono in considerazione singolarmente le criticità specifiche e quindi propongono di “definire un Piano mercati”, e “promuovere i distretti commerciali e le imprese artigiane”, definendo “un protocollo tra Comune ed esercenti aggregati in distretti commerciali e artigianali, per facilitare un sistema di sussidiarietà orizzontale”. Per rilanciare l’artigianato bisogna, infine “poi riconoscere e infrastrutturare le aree produttive “spontanee”, adottando un atto di cessione al Nucleo Industriale Regionale della Regione Lazio, realizzando contestualmente un Centro per la Valorizzazione dell’Artigianato Artistico e Tradizionale”.

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