Roma Capitale

Cimiteri, Roma: la gestione del servizio durante l’ emergenza

Il 2020 è stato un anno difficile per molti dei servizi erogati dagli enti locali, in particolare per i servizi cimiteriali, la cui gestione è affidata all’Ama. Di fronte all’emergenza, la partecipata capitolina si è trovata impreparata e non è stata in grado di rispettare i tempi standard per le operazioni cimiteriali: nell’autunno 2020, a seguito dell’aumento nel numero dei decessi, è stata presto raggiunta la saturazione dei posti disponibili nella camera mortuaria del cimitero Flaminio, con ritardi e disservizi su tutte le sepolture.

Anche alla luce di queste difficoltà, l’ACoS ha deciso di condurre uno studio sull’impatto che gli eventi eccezionali e imprevedibili legati al diffondersi del covid hanno avuto sull’erogazione dei servizi cimiteriali a Roma. A questo fine, è anche stato calcolato il numero di decessi causa covid sul totale dei decessi a Roma nel 2020. Il Focus presenta quindi un approfondimento sulla gestione delle cremazioni, che rappresentano la tipologia di sepoltura quantitativamente più richiesta negli ultimi anni, e che da ottobre 2020 hanno subito pesanti ritardi con lunghi tempi di giacenza delle salme nei depositi.

Sono diverse le cause che hanno contribuito all’accumulo progressivo di questi ritardi: la sospensione di alcune attività per le misure restrittive, gli interventi di manutenzione straordinaria dei forni crematori, le difficoltà di coordinamento tra Ama e le strutture capitoline e, non ultimo, la mancanza di una procedura completamente informatizzata nella gestione delle pratiche, che ha reso impossibile quantificare le reali tempistiche di lavorazione.

A fronte di tali disservizi, ai cittadini non è stato tuttavia riconosciuto alcun indennizzo in quanto il documento che, secondo il Contratto di Servizio, ne dovrebbe prevedere le modalità di richiesta ed erogazione – la Carta di Qualità – non è ancora stato approvato.

Un confronto con Milano, dove i servizi cimiteriali sono erogati direttamente dal Comune, ha infine permesso di verificare che, pur nelle differenze legate all’impatto della pandemia sul numero dei decessi, le due città hanno adottato soluzioni simili nella gestione delle cremazioni, anche se a Roma, a differenza di Milano, il servizio non è stato mai totalmente sospeso.

Un’analisi dei dati di natura economica relativi alle due città ha inoltre evidenziato che, nonostante le maggiori entrate e i maggiori costi a carico dei cittadini per tutte le principali operazioni cimiteriali, le spese del servizio sono state inferiori a quelle del capoluogo lombardo sia per la parte corrente, sia soprattutto per gli investimenti, anche se per i prossimi anni l’amministrazione capitolina ha previsto investimenti per circa 4,2 mln di euro.

In conclusione, alla luce di quanto emerso, ci si chiede se sia opportuno da parte di Roma Capitale continuare ad affidare i servizi cimiteriali all’esterno, e nello specifico ad Ama, piuttosto che, tra le altre possibilità, tornare a gestirli in economia; una riflessione che più in generale può essere estesa anche ad altri servizi pubblici locali, attualmente gestiti da società partecipate in base ad affidamenti troppo spesso rinnovati senza un’analisi approfondita delle diverse alternative disponibili. Il presente studio prosegue e aggiorna il precedente, pubblicato dall’Agenzia nel 2016.

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