• Le foto di quella striscia d’asfalto in riva al Tevere avevano fatto il giro d’Italia: i lavori di rifacimento della pista ciclabile avevano fatto inorridire tutti, tranne la sindaca sdi Roma Virginia Raggi e i suoi assessori Meleo e Calabrese, che invece avevano difeso l’intervento. Adesso arriva lo stop della Soprintendenza.
“La risposta della Soprintendenza Speciale Roma è arrivata come un colpo di scure sul contestato progetto di strisce nere di bitume sulle banchine del Tevere. Italia Nostra Roma, sempre attenta ad esprimersi in maniera documentata, fin dal 30 aprile, aveva rilevato la brutalità dell’intervento e la sua incompatibilità nelle aree tutelate”, si legge in una nota di Italia Nostra, che esprime “il suo profondo rammarico per constatare che un intervento pubblico, evidentemente sbagliato, con procedure sbagliate, contestato ampiamente dai cittadini ed ora bocciato senza appello dalla Soprintendenza, non è stato messo minimamente in discussione dall’Assessore Meleo.
Nemmeno un cenno di ripensamento o dubbio nonostante il clamore mediatico. Ora bisogna rimediare a questo intervento sbagliato e a questo grande spreco di denaro pubblico, ricominciare da capo con un progetto rispettoso questa volta dei parere e dei vincoli, dell’aspetto paesaggistico utilizzando materiali non inquinanti, come il bitume appoggiato semplicemente sui sampietrini e rispettoso dei materiali costitutivi dei muraglioni e delle banchine. Il fermo lavori di questa grande “pecionata” avrebbe dovuto essere proposto, con umiltà, dall’Assessore Linda Meleo senza aspettare la mannaia
“Ricordiamo ancora le dichiarazioni degli Assessori Meleo e Calabrese che, in merito allo scempio perpetrato sul lungotevere, parlavano di ‘giudizi fuorvianti’ e di ‘rosiconi’ nei confronti di chi, come noi, aveva presentato mirate interrogazioni ed accessi agli atti. Ebbene, la Soprintendenza di Stato Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma ha svegliato bruscamente i due Assessori stroncando solennemente la colata di asfalto gettata per la manutenzione della pista ciclopedonale sulla banchina del Tevere e chiedendo a Raggi e compagni di ricominciare da capo.
Una Caporetto incredibile poiché l’Ente di tutela statale ha statuito che è stata sbagliata la richiesta di nulla osta, sbagliata la descrizione dell’intervento che non è stata accompagnata da un progetto e da rilievi grafici e sbagliata è stata la realizzazione in quanto ‘le opere ricadono sia in ambito di tutela monumentale relativa ai ‘Muraglioni del Tevere’ all’interno del centro storico, sia in ambito di tutela paesaggistica’ e che, pertanto, questi vincoli avrebbero richiesto procedure ben precise che non sono state osservate.
In tutto ciò, tanto per non farci mancare nulla, ha altresì osservato che i lavori fino ad ora eseguiti sono veramente maldestri e presentano varie criticità. Dunque un fallimento completo della Amministrazione a guida Raggi che, con le colate d’asfalto in prossimità del Tevere, probabilmente voleva imitare il mitico Verdone nel film ‘Gallo Cedrone’. Ancora una volta, per l’incapacità dei grillini, la città di Roma finisce coperta dal ridicolo. La domanda che ci poniamo, però, è chi paga per questi errori?”, commenta Francesco Figliomeni, consigliere di Fratelli d’Italia e vice presidente dell’Assemblea Capitolina.
Con un post su Facebook risponde l’assessora alle Infrastrutture di Roma Capitale Linda Meleo.“Partiamo con un chiarimento. Cosa significa manutenzione ordinaria? Significa ripristinare esattamente lo stato dei luoghi. Proprio per questo non sono necessari progetti perché già predisposti e autorizzati in passato, nel caso specifico con una progettazione e gara lavori risalente al 2008.
Contrariamente quindi a quanto sostiene la Soprintendenza non ci sono elementi di novità in questo lavoro. I lastroni di travertino erano già coperti prima di questo intervento di manutenzione, strano che nessuno se ne ricordi. I lavori sono stati sospesi dalla Soprintendenza. A distanza di oltre dieci giorni siamo ancora alle carte. Le giornate passano e le persone attendono che la pista ciclabile sia completata per poterla usare in sicurezza. Io credo che ai cittadini interessi poco di questi aspetti tecnici e burocratici. A loro interessa, come a noi del resto, la sicurezza e la possibilità di usare una infrastruttura rimessa a nuovo che per anni era stata dimenticata in toto, basta vederne le condizioni attuali al di là della pista ciclabile.
Avremmo già completato le lavorazioni di finitura ben 10 giorni fa, di modellamento della pista ciclabile e della segnaletica orizzontale. Eppure durante i sopralluoghi, che abbiamo effettuato congiuntamente con gli enti preposti, avevamo concordato insieme soluzioni cromatiche per la pista ciclabile e i dettagli per completare al meglio i lavori. Sono quegli stessi enti che ora prescrivono lo stop, il rispetto di procedure burocratiche e dei vincoli, il tutto a discapito dei tempi e della sicurezza, che rimane un problema per i ciclisti.
A questo punto ci auguriamo che con la stessa solerzia dimostrata in questa occasione, gli enti preposti siano da un lato celeri nel rispondere alle proposte di intervento del Dipartimento Lavori Pubblici e dall’altro promotori concreti di un intervento di riqualificazione complessiva sulle banchine del Tevere, non solo finalizzato al rifacimento di una sola pista ciclabile. Il Dipartimento sta comunque già predisponendo una puntuale nota di risposta alla Soprintendenza per replicare e chiarire ogni punto”.
AGC GreenCom
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