Covid

Covid, la variante indiana preoccupa Israele

Diversi casi di ‘variante indiana’ di Covid-19 sono stati identificati in Israele durante i test a cui vengono sottoposte le persone in arrivo dall’estero. Lo ha annunciato il coordinatore nazionale della strategia anti-coronavirus, Nachman Ash, durante un’intervista a ‘Channel 12’.  Ash ha precisato che la maggior parte dei casi è stata individuata attraverso i tamponi eseguiti all’aeroporto ‘Ben Gurion’ di Tel Aviv, mentre il resto è emerso nei controlli sulle persone che erano in quarantena dopo l’arrivo nel Paese. Ash ha aggiunto che non si hanno molte informazioni sulla ‘variante indiana’, sottolineando che sembra si diffonda rapidamente. Sono ormai piuttosto frequenti, le varianti del coronavirus che allarmano  gli esperti per via della contagiosità e della possibile resistenza al vaccino di alcune di queste. Quella inglese è ormai prevalente in Italia, ma ci sono anche le ormai conosciute brasiliana e sudafricana, mentre sono più recenti quelle scoperte in Messico, Giappone e India. Inglese, brasiliana, sudafricana ma anche indiana, giapponese e messicana: le varianti del coronavirus sono sempre più numerose e preoccupano gli esperti. Sono ormai tantissime, diffuse in tutto il mondo, e su alcune è già stata verificata l’efficacia dei vaccini. Altre invece potrebbero essere resistenti ai farmaci. Non è dunque escluso che proprio i vaccini debbano essere “aggiornati” per far fronte alle nuove varianti  che minacciano anche quei Paesi dove la campagna vaccinale ha già permesso le prime riaperture, come l’Inghilterra o Israele. Tra le prime varianti ricordiamo quella inglese isolata per la prima volta nel settembre 2020 in Gran Bretagna, mentre in Europa il primo caso rilevato risale al 9 novembre 2020.

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