Politica

Elezioni, l’incognita dell’affluenza…e la mancanza di programmi chiari

 

Dall’ex Consigliere regionale del Lazio riceviamo questo contributo e volentieri lo ospitiamo sulle nostre pagine. In queste ore, le alchimie politiche, sono ormai  avvolgenti per gli schieramenti politici, ed in particolare nel campo del Centrosinistra. Desideri è protagonista di una vicenda che chiama in causa una parte importante del centro politico, ovvero il cartello che coinvolge molti protagonisti dell’attualità politica. A Desideri abbiamo chiesto un suo contributo, nero su bianco, per comprendere di più, quanto sta accadenndo.

 

di Fabio DESIDERI

 

Stiamo assistendo – ormai abbastanza disattenti – anche per il grande caldo, all’alternarsi  di dichiarazioni dei vari esponenti politici italiani, di cui fatichiamo a capire le logiche e gli obiettivi. Abbiamo visto Letta annunciare una coalizione, con AZIONE di Calenda, che si “sbriciola” qualche ora dopo; Di Maio e Tabacci annunciare la nascita di un partito, IMPEGNO CIVICO, che esisteva da circa 30 anni, per il quale neo soggetto politico sono annunciati ricorsi, da più parti, in caso di presentazione delle Liste.  Abbiamo visto il Centro-Destra ritrovare unità, dopo che per anni si era diviso perché parte era in maggioranza e parte all’opposizione del governo, in quanto poteva cogliere al volo l’opportunità di affossare il Governo Draghi, avendo la possibilità di andare alle elezioni, in una presupposta condizione di vantaggio rispetto al Centro-Sinistra ed al poco che resta del M5S.  Abbiamo visto Conte recitare un ruolo prioritario nell’affossare il Governo Draghi, accampando a favor di telecamere, come gli consigliava Casalino,  giustificazioni risibili e facilmente contestabili per le sue argomentazioni politiche, sostenuto in questo suo incomprensibile agire da quel che resta del Movimento 5 Stelle di Grillo, assumendo – in questo suo modo di comunicare al popolo –  comportamenti ed atteggiamenti che non hanno tenuto in alcuna considerazione la contingenza internazionale che il nostro Paese è costretto ad affrontare. Abbiamo visto la pletora di esponenti di centro: Renzi, Calenda, Gelmini, Carfagna, Boschi etc.  oscillare da una posizione all’altra, nel disperato tentativo di trovare una collocazione nel variegato panorama politico italiano, in modo tale da potersi posizionare in una coalizione, più o meno credibile, che possa consentirgli di tornare in Parlamento. Tutto questo è avvenuto in uno strano silenzio delle organizzazioni sindacali, di categoria o imprenditoriali, le quali – almeno fino ad ora – si sono ben guardate dal porre al centro del dibattito proprio della campagna elettorale temi e riflessioni prioritarie per le famiglie ed il popolo italiano.  In questo contesto, l’ultima conferenza stampa di Draghi, tenutasi circa 3 giorni orsono, nella quale il Presidente del Consiglio, sfiduciato – è bene ricordarlo – dai componenti della sua maggioranza: Berlusconi, Salvini e Conte,  ha illustrato i lusinghieri risultati del suo esecutivo che – va sottolineato – aveva riportato l’Italia al centro delle dinamiche politiche europee e mondiali. Quanto ha comunicato l’ex presidente della BCE  ai media italiani ed esteri sembrava  una rappresentazione non più arrivabile, in un prossimo futuro, di quello che dovrebbe essere, e per molti aspetti probabilmente non sarà più, dopo le elezioni del 25 settembre, la politica italiana. Ferme restando queste sintetiche riflessioni, che si uniscono alla tradizione italiana che ad agosto nel nostro paese ci si riposa e si fanno le vacanze, ai primi di settembre, quando tutti saremo rientrati alle nostre tradizionali abitudini, con tutti i problemi che ci attendono ( aumenti, bollette, inflazioni, strascichi della pandemia, etc.), cui si aggiungeranno  le tradizionali problematiche della scuola e dei servizi generali che non funzioneranno come dovrebbero, nonché – riflessione non di secondaria importanza –  i problemi derivanti da una contingenza internazionale e da un conflitto bellico in atto poco più in là dei nostro confini;  per quali motivi gli italiani – che non hanno certo, ed a ragione, un ottimo rapporto con la politica – dovrebbero trovare le ragioni per  invertire una tendenza ormai consolidata all’assenteismo alle urne, da anni strutturata nel nostro paese.  Personalmente fatico molto ad individuare motivi che la politica dei: Di Maio, Letta, Conte, Salvini, Berlusconi, Meloni etc. potrebbero offrire agli Italiani, sia in termini di proposte ed argomentazioni sia in termini di programmi concreti ed attuabili, per spingerli a recarsi alle urne. Ma forse ai partiti la presenza e la partecipazione degli Italiani al voto non interessa molto…quello che conta è che vadano a votare coloro che intorno alla politica ruotano, per molteplici ragioni, ma è noto che costoro non sono la maggioranza degli Italiani.  Se così fosse anche questa volta, chiunque ottenga la maggioranza sarà comunque politicamente delegittimato. Questa a mio giudizio è la triste considerazione da fare.

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