Economia e Lavoro

Famiglie, quattro su dieci coltivano in casa

Un report della Coldiretti ci fa scoprire di come gli italiani sono cambiati al tempo della pandemia. Su terrazzi e giardini piccole coltivazioni e allevamenti

(Red) Gli italiani, in tempi di crisi e pandemia, sono sempre meno portati a fare acquisti, soprattutto nell’alimentare, a tal punto che 4 maglie su dieci, ovvero il 44%. Si tratta di cibi fatti in casa, verdure, frutta e per chi ne ha la possibilità e lo spazio, anche piccoli e gestibili allevamenti a carattere familiare. Abbiamo letto i numeri diffusi nell’indagine Coldiretti/Ihè e siamo rimasti decisamente sorpresi. La realtà è che i nostri connazionali hanno deciso di “produrre in proprio, conservare e a trasformare in casa per garantirsi risparmio e genuinità anche per la maggiorie attenzione alla salute determinata dalla pandemia. Una tendenza – sottolinea la Coldiretti – favorita dalla crisi economica generata dal Covid ma anche dalla voglia di trascorrere più tempo all’aperto nelle lunghe settimane di lockdown. Il cambiamento è evidente – scrive Coldiretti– da un diverso uso anche del verde privato con i giardini e i balconi delle abitazioni che sempre più spesso lasciano spazio ad orti per la produzione “fai da te” di lattughe, pomodori, piante aromatiche, peperoncini, zucchine, melanzane, ma anche di piselli, fagioli fave e ceci da raccogliere, trasformare o conservare all’occorrenza. Nella ricerca Coldiretti si scopre anche che molti italiani che hanno a disposizione almeno un ettaro di terreno a uso familiare. “Si tratta – spiega l’associazione di categoria – in larga maggioranza di famiglie che hanno ereditato aziende o pezzi di terreno da genitori e parenti dei quali hanno voluto mantenere la proprietà per esercitarsi ora nel ruolo di coltivatori e allevatori, piuttosto che venderli come accadeva spesso nel passato”. Accanto a questo c’è anche da dire che ci sono tanti italiani che, con le risorse che avevano risparmiato, hanno deciso di acquistare terreni, o piccole aziende agricole e portare i cibi a tavola di produzione propria è stato un gioco da ragazzi.

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