Scongiurare il rischio di una catastrofe umanitaria in Afghanistan è la priorità sul tavolo del G20 “virtuale” voluto dalla presidenza italiana: Mario Draghi condurrà lo scambio online fra i capi di Stato e di governo (una quindicina) e gli altri rappresentanti dei 20 governi, ai quali si aggiungeranno quelli di Onu, Banca Mondiale, Fmi, Unione europea (rappresentata ai massimi livelli dai presidenti Charles Michel e Ursula Von der Leyen) e di alcuni Paesi “ospiti”: Spagna, Paesi Bassi, Singapore e Qatar. Non è in programma che i leader discutano la questione del riconoscimento del regime talebano, le cui promesse iniziali in termini di tutela dei diritti umani e soprattutto di quelli delle donne sono stati finora tragicamente sconfessate nella pratica. Più probabile che si scelga di puntare su forme di collaborazione e pressioni esterne, anche grazie all’interazione e al coordinamento fra G20 e organismi Onu, su questioni come l’emergenza sanitaria, o la tutela delle donne, il contrasto al terrorismo e al traffico di droga.Ma al centro del dibattito, come anticipato dallo stesso Draghi lo scorso 29 settembre, ci sarà soprattutto l’emergenza umanitaria, anche in vista dell’arrivo del freddo, e le sue conseguenze in termini di aumento dei flussi migratori, oltre alla lotta al terrorismo e alla libertà di movimento sicuro all’interno dei confini del Paese e oltre confine.
aggiornamento Afghanistan del 12 ottobre 2021 ore 14.32