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Giochi, la Fipe denuncia: “Con la nuova Legge della Regione Lazio sul gioco legale, rischi per 13mila lavoratori”

“La legge regionale del Lazio sul gioco legale sono porterà alla chiusura di oltre 5mila punti gioco tra sale specializzate, bar e tabacchi con ricadute occupazionali per quasi 13 mila lavoratori”. A dirlo in una nota è la Fipe, Federazione Italiana pubblici esercizi di Confcommercio.  La nuova norma di contrasto al disturbo da gioco d’azzardo patologico prevede che i punti di gioco legale debbano avere una distanza di 500 metri dai luoghi sensibili come scuole, chiese e ospedali, pena la chiusura.  “Per come è scritta la legge regionale, senza interventi si desertificherà l’offerta regolamentata di gioco afferma Emmanuele Cangianelli, consigliere nazionale Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi di Confcommercio e presidente Egp, organizzazione di categoria degli esercenti di giochi pubblici -. La legge – spiega Cangianelli – è pericolosa perché potrà avere effetti tanto sulle sale specializzate, che ovviamente dovrebbero interrompere le loro attività, quanto sugli esercizi che hanno altre attività principali, che contribuiscono con l’offerta di gioco a far quadrare i conti. Ad esempio, i bar che offrono apparecchi a piccola vincita sono in genere quelli di prossimità, a conduzione familiare: tra il 2019 ed il 2021 si sono chiuse oltre 1.400 di queste attività ed i dati Unioncamere – ADM ci indicano come quelle che hanno dismesso apparecchi chiudono ad un ritmo doppio di quelli che non ne avevano. L’effetto della legge per queste attività riguarderebbe altri 3.000 bar e caffetterie in Regione”. La legge, secondo Fipe, “non piace nemmeno alla Società Italiana di Psichiatria. Da uno studio pilota realizzato nel territorio laziale è emerso che ‘vietare il gioco nelle aree urbane finisce, paradossalmente, per favorire la compulsività delle persone affette da disturbo da gioco d’azzardo patologico, poiché li isola dallo sguardo degli altri e dal conseguente stigma’”.

 

 

 

 

 

 

 

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