Roma Capitale

Il degrado dell’Esquilino al centro di un colloqui tra Prefetto di Roma e una delegazione di FdI

Una delegazione di Fratelli d’Italia, guidata dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, dal deputato Federico Mollicone, dal capogruppo nel I Municipio Stefano Tozzi, dal coordinatore municipale Stefano Rampini insieme ai comitati di residenti, ha incontrato il Prefetto di Roma circa il degrado del rione Esquilino. “In particolare, è stata rappresentata l’emergenza immigrazione sia sotto il profilo sicurezza che sanitario, criticità che si aggiunge al tema delle occupazioni illegali”, racconta in una nota Massimo Milani coordinatore romano di Fratelli d’Italia. Al Prefetto Piantedosi, interfaccia del Governo sul territorio – “è stato fatto presente che dei migranti, nomadi e senza fissa dimora presenti a Roma si conosce solo la metà di quelli censiti – continua Milani -. Si tratta di una vera e propria ‘città nella città’, dove migliaia di persone senza identità vivono tra accampamenti e rifugi di fortuna. Roma è satura, non può più accogliere e quindi bisogna attivare con urgenza un processo di delocalizzazione e contestualmente impedire che nuovi immigrati irregolari possano esservi destinati”. Stesso discorso vale per l’Esquilino, “dove da anni insistono fenomeni illegali alimentati da mafie e clandestini – spiega Milani -. Un rione che vede la presenza di strutture pubbliche e private che offrono una notevole quantità di pasti ai bisognosi, servizi che richiamano un enorme numero di disagiati che creano assembramenti e costituiscono rischio per la sicurezza sanitaria. Un problema che si potrebbe mitigare diminuendo il numero degli ospiti nelle mense. I residenti hanno rappresentato i motivi della diffida presentata da loro stessi sul quadrante piazza Vittorio, piazza Dante, colle Oppio e piazza Porta Maggiore, chiedendo un’ordinanza contro il consumo di alcol in parchi e piazze”. Un incontro positivo, riporta Milani “nel quale il prefetto ci ha rinnovato la sua disponibilità e riconosciuto la gravità del fenomeno riconoscendo un approccio che non si limita alla richiesta di sicurezza ma anche di soluzione del disagio sociale”. 

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