“I sindaci hanno i piedi ben radicati nella realtà: parlano quotidianamente con chi lavora, con chi produce, con chi è in difficoltà economica. E quindi abbiamo interpretato uno stato d’animo e un sentimento popolare, e in questo senso chiediamo a Draghi di andare avanti con le riforme per non perdere il Pnrr, per affrontare le sfide emergenziali come quella energetica e dell’inflazione e per continuare a dare autorevolezza all’Italia in questo omento drammatico dal punto di vista geopolitico. Tra l’altro tutto per sei mesi, perché alla fine dell’anno con la legge di bilancio sarebbe finito e si potrebbe andare regolarmente e ordinatamente alle elezioni come previsto dalla legge”. Così il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, a ‘Gli Inascoltabili’ sull’emittente radiofonica New Sound Level. Il primo cittadino marchigiano, membro della segreteria nazionale del Pd, replica anche a Giorgia Meloni, che aveva stigmatizzato l’appello al premier dimissionario parlando di “istituzioni usate senza pudore”. “Le parole della Meloni sono molto gravi – sottolinea Ricci – primo perché non mette l’interesse del Paese davanti a quello del suo partito, secondo perché sembra voglia zittire i sindaci e i sindaci non si fanno zittire da nessuno”. Per il sindaco di Pesaro, presidente di Autonomie Locali Italiane (Ali) e coordinatore dei sindaci del Pd “è molto grave per una presunta leader che vuole vincere le elezioni avere questo atteggiamento nei confronti dei sindaci, è democraticamente preoccupante: come se i sindaci debbano essere dei podestà, nominati da qualcuno e che rispondono a qualcuno. I sindaci rispondono soltanto ai propri elettori e alla loro coscienza quindi le parole della Meloni sono molto gravi dal punto di vista democratico e sono la dimostrazione – conclude Ricci – che questa iniziativa che i sindaci hanno preso, ha fatto presa, ha toccato un nervo scoperto della politica italiana troppo scollegata dai problemi reali dei cittadini”.
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aggiornamento crisi di Governo ore 16.29