L’allarme di Cristine Lagarde (Bce): “Insieme a manodopera e attrezzature indeboliscele prospettive di crescita a breve termine”
“La carenza di materie prime, attrezzature e manodopera pesa sulla produzione manifatturiera, indebolendo le prospettive a breve termine. Sebbene la durata dei vincoli all’offerta sia incerta, è probabile che persistano per diversi mesi e si attenuino gradualmente solo nel corso del 2022”. Sono le parole scandite dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, al Parlamento europeo, che ha voluto anche sottolineare come “gli attuali prezzi dei futures indicano un notevole allentamento dei prezzi dell’energia nella prima metà del 2022”. Ed ancora: “Dopo la prima crisi finanziaria ci sono voluti sette anni per tornare a livelli pre-crisi – ha osservato –. Questa volta grazie alla risposta in termini di politica monetaria e fiscale siamo riusciti a raggiungere livelli di pandemia solo in due anni. La spinta della crescita è più moderata a casa delle strozzature degli approvvigionamenti e dei prezzi dell’energia, la scarsità di attrezzature, materiale, forza lavoro. La durata di queste strozzature è incerta. È probabile che dureranno diversi mesi e cominceranno ad allentarsi durante il 2022”. Poi la proiezione della Presidente sul prossimo 2022: “Riguardo ai tassi di interesse ufficiali, nella nostra guida prospettica abbiamo spiegato chiaramente le tre condizioni che devono essere soddisfatte prima che i tassi inizino a salire. Nonostante l’attuale balzo dell’inflazione, le prospettive a medio termine rimangono contenute e quindi è molto improbabile che vengano soddisfatte queste tre condizioni». E poi: «Vediamo ancora che l’inflazione si modererà il prossimo anno, ma ci vorrà più tempo di quanto inizialmente previsto» e «continuiamo a prevedere che a medio termine rimanga al di sotto del nostro nuovo obiettivo simmetrico del 2%”. Infine le raccomandazioni della Presidente dell’Istituto di credito centrale della Ue: “Anche dopo la fine dell’emergenza pandemica, sarà comunque importante che la politica monetaria, compresa l’opportuna calibrazione degli acquisti di obbligazioni, sostenga la ripresa in tutta l’area euro e un ritorno sostenibile dell’inflazione al nostro target del 2%”.