Imprese e Sindacato

La ex Embrago ritira i licenziamenti e proroga la cassa integrazione

(Red) Delle oltre 100 grandi vertenze al tavolo di Mise e Lavoro, almeno una sembra aver preso una strdad diversa da quella dei licenziamenti e della chiusura. Si tratta del caso della ex Embraco che dopo una lunga trattativa ha ritirato i licenziamenti che sarebbero dovuti scattare il 23 luglio e proroga la cassa integrazione straordinaria. La decisione dell’azienda, che fa seguito al decreto legge varato dal Cdm la settimana scorsa, è stata annunciata dai sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Torino e Ugl metalmeccanici: “La Curatela fallimentare – scrivono in una nota – sta per inviare, entro domani, le lettere di revoca del licenziamento alle lavoratrici e ai lavoratori ex Embraco. I licenziamenti avrebbero avuto effetto dal 23 luglio”. “Dopo gli incontri in video conferenza dei giorni scorsi con il ministero del Lavoro, Mise, Regione Piemonte e Curatela fallimentare, e un decreto legge dell’ultimo minuto, siamo finalmente arrivati alla definizione della proroga degli ammortizzatori sociali per i prossimi mesi”. “Oggi la curatela ci ha informato che è stata autorizzata, finalmente, dal giudice a presentare la richiesta di proroga della cassa integrazione straordinaria per cessata attività per i lavoratori ex Ebraco per sei mesi. Un risultato raggiunte con non poche difficoltà per via degli ostacoli di procedura burocratica. Difficoltà superate grazie anche alle organizzazioni sindacali e alla Regione Piemonte che hanno convinto le parti a usare il buonsenso per il bene dei lavoratori e della collettività”, aggiungono. Secondo i sindacati, “questa non è la fine della storia, casomai rappresenta un nuovo inizio: il Governo italiano è chiamato a dare finalmente una risposta concreta alle famiglie dei lavoratori Embraco. Si entri subito nella definizione di uno o più progetti industriali per ridare la dignità del lavoro a tutte e tutti i lavoratori che stanno soffrendo da troppi anni”. Le sigle sindacali annunciano l’intenzione di scrivere “nuovamente al governo italiano, ai ministeri competenti, perché si passi una volta per tutte dalle parole ai fatti. Le 391 famiglie torinesi sono allo stremo, nei prossimi giorni continueremo a manifestare pubblicamente per chiamare tutti i soggetti coinvolti, a partire dal governo Draghi, ad assumere le proprie responsabilità”.

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