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La mostra “La Mummia di Ramses. Il faraone immortale” alla Sapienza di Roma: quando la conoscenza passa attraverso i 5 sensi.

 

di Sara Valerio

 

Presso il Museo del Vicino Oriente, Egitto e Mediterraneo dell’Università La Sapienza è stata allestita la mostra “La mummia di Ramses. Il faraone immortale” dedicata al grande sovrano egizio, aperta al pubblico fino al 14 giugno 2023.

Tra i più noti e celebrati re dell’Egitto, Ramses II, detto Il Grande, è anche uno dei faraoni dei quali conosciamo il vero volto, perché ne è stato ritrovato il corpo mummificato.

Il percorso espositivo è incentrato sulla riproduzione tridimensionale in scala 1:1 della mummia, realizzata con una tecnica sperimentale che ha comportato la ricostruzione della pelle con materiali organici e biocompatibili, utilizzata per la prima volta in assoluto.

La replica, perfettamente corrispondente all’originale conservata ed esposta al Museo del Cairo, è al centro di una visita immersivaarricchita da contenuti multimediali e multisensoriali che includonoi profumi dell’imbalsamazione e la voce del faraone, oltre a ricostruzioni 3Dche mostrano le sue principali imprese belliche e le opere del suo regno.

I reperti archeologici sono stati riprodotti dal punto di vista materico oltre che morfologico, grazie alla combinazione di tecniche di fabbricazione digitale e bio-fabbricazione che consentono di restituire un’esperienza tattile realistica.

Gli elementi, stampati in 3D, sono stati modellati a mano con uno strato di argilla per ricostruire i dettagli anatomici ed infine rivestiti con uno strato di nanocellulosa batterica, particolarmente adatta a riprodurre la sensazione tattile, visiva e olfattivadella pelle mummificata.

Nell’esposizione è possibile visitare anche l’interno della camera funeraria del faraone(la famosa tomba KV7 della Valle dei Re, presso l’antica Teb), toccare e sentire gli odori delle sostanze usate per la mummificazione ed esplorare l’intero monumento sepolcrale riprodotto in un plastico.

Un focus è dedicato alla regina Tuya, madre di Ramses II, di cui il museo universitario possiede un calco in gesso di un busto originale conservato ai Musei Vaticani.

Una sezione a parte, infine, è interamente dedicata alla Battaglia di Qadesh (1274 a.C.),quando le armate del faraone cercarono di riconquistare gli stati settentrionali di Qadesh e Amurru finiti sotto il controllo dell’Impero ittita a nord dell’Egitto. La battaglia tra Ramses II e il re ittita Muwatalli II (1310-1272 a.C.) nella quale il faraone rischiò persino di essere ucciso, è illustrata da plastici e dal racconto dei protagonisti che rendono possibile immergersi in un passato solo apparentemente lontano.

 

LA STORIA DEL FARAONE

Ramses II, terzo faraone della XIX dinastia, regnò sull’Egitto nel XIII secolo a.C. Fu promotore di mirabili opere architettoniche, tra cui il vasto complesso funerario di Tebe noto come Ramesseum, i templi di Abu Simbel, la sala di Karnak, il complesso di Abido e centinaia di altri edifici, monumenti e templi, che riflettono la sua concezione dell’Egitto come grande nazione e di sé stesso come “re dei re”. Fu soprannominato Ramses il Grande e il suo regno, durato 67 anni, è considerato come la massima espressione della potenza e della gloria dell’Egitto. Morì all’età̀ di novant’anni e fu sepolto in una grande tomba ipogea nella Valle dei Re.

 

IL RITROVAMENTO DELLA MUMMIA

Le vicende storiche del ritrovamento e della conservazione della mummia sono piuttosto avventurose.

Il corpo mummificato fu scoperto nel luglio 1881 nel nascondiglio reale a Deir el-Bahari dove era stato messo al sicuro assieme ad altre salme reali della XX dinastia, spostandolo dalla sua tomba originaria, la KV7. Togliendo le bende che lo conservavano, nel 1886, durante il riallestimento del Museo Bulaq, furono ritrovati dei documenti che narravano di questi spostamenti e che consentirono l’identificazione certa con il faraone Ramses II.

Esposta nel nuovo Museo di piazza Tahrir nel 1902, la mummia iniziò a deteriorarsi e fu pertanto celata in una sala chiusa al pubblico. Negli anni ’70 fu nuovamente resa accessibile ai visitatori ma solo per pochi mesi, poiché il suo stato di conservazione degenerò nuovamente e si decise di portarla a Parigi per essere definitivamente restaurata.

Il viaggio del corpo di Ramses imbalsamato e bendato il 26 settembre del 1976 rimase storico: alla salma faraonica furono tributati gli onori di un capo di stato e fu sottoposta ad analisi e a un intervento di sterilizzazione tramite raggi gamma.  Tornata in patria la mummia trovò finalmente una collocazione presso il Museo del Cairo dove si può visitare tutt’ora.

 

Per sapere di più: https://www.antichita.uniroma1.it/la-mummia-di-ramses-il-faraone-immortale

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