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Lo zio di Mirko, il bimbo ucciso dal padre a Vetralla, in ospedale per vendicarsi

 

“Ditemi dov’è Mirko che lo ammazzo”. In preda all’ira, lo zio del piccolo Matias, ucciso dal padre Mirko Tomkow nella sua casa a Vetralla, nel Viterbese, ha fatto irruzione all’ospedale di Belcolle. Secondo quanto emerso, Ubaldo Marcelli si è presentato con un coltello in mano, chiedendo a tutti dove fosse l’indagato. L’uomo è stato fermato dai carabinieri, sedato e ricoverato in stato di shock. La stassa cosa era accaduta il giorno dell’omicidio, quando lo zio aveva manifestato un forte stato di agitazione. Il giorno del delitto, proprio lui aveva invitato Matias a pranzo e, quando il bambino aveva detto che preferiva tornare a casa, lo aveva accompagnato nell’abitazione.

Solo sabato era stato dato l’ultimo saluto al bimbo con il funerale celebrato nella chiesa di Santa Maria del Soccorso, a Cura di Vetralla. “Chiediamo perdono se non abbiamo saputo stare vicino alle persone che abbiamo accanto, ad amare come è giusto. Assumiamoci tutte le nostre responsabilità, personali e comunitarie, chiedendo perdono”, ha detto don Paolo, il parroco della parrocchia vetrallese. Sono state centinaia le persone presenti. Tra loro, oltre al sindaco Sandrino Aquilani e al dirigente scolastico, anche una rappresentanza del comando provinciale dei carabinieri e tanti compagni di scuola del bambino ucciso. Alla fine delle esequie sono stati lanciati in aria decine di palloncini gialli con il nome delle bambine e dei bambini che avevano conosciuto Matias. Molti anche gli omaggi lasciati di fronte al portone di casa, tra cui un pallone con scritto: “Sarai mio amico per sempre. Ce lo ricorderemo per tutta la vita – ha commentato commosso il primo cittadino di  Vetralla. La comunità è sgomenta e stretta nel dolore.

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