Covid

Lopalco: “Contro Omicron non è detto che serva una dose di vaccino ad hoc”

Sul dilagare di Omicron “non abbiamo ancora l’ultima rilevazione, ma le anticipo che sicuramente è ormai maggioritaria in tutta Italia. In Puglia, per esempio, siamo oltre il 90%”. Lo dice a Nursind Sanità Pierluigi Lopalco, epidemiologo e docente di Igiene all’Università del Salento. L’esperto, inoltre, mette in guardia: “Si dice che il virus si stia ‘raffreddorizzando’ e poi si dice anche che la Omicron si comporta come l’influenza. Ma sono due cose ben distinte: il raffreddore è benigno, l’influenza no. Ricordiamo che comunque quest’ultima comporta molte ospedalizzazioni e decessi pari a 6-8mila l’anno”.

Lopalco ribadisce poi che “i vaccini il loro lavoro lo fanno” e di fronte alle critiche ai booster attuali da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità risponde: “Attenzione alle comunicazioni dell’Oms che non si riferiscono a un contesto europeo o italiano, ma globale. E sappiamo che tantissimi Paesi non hanno fatto nemmeno il primo ciclo completo, figuriamoci se pensano alla terza inoculazione o al richiamo specifico per Omicron. Anche perché – continua – nelle nazioni in cui il virus circola velocemente, il picco dura poco, e speriamo ciò accada pure da noi, mentre poi subentra una nuova variante”.

L’epidemiologo, in ogni caso, si interroga sull’opportunità di una dose ad hoc per la variante sudafricana: “Ema sta ragionando con le aziende: ha senso vaccinare per Omicron in primavera quando ormai l’ondata sarà passata? Allora – conclude Lopalco – meglio impegnarsi per mettere a punto dei vaccini polivalenti. Comunque, la situazione è in evoluzione”.

aggiornamento pandemia Covid del 14 gennaio ore 15.41

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