Roma Capitale

L’ufficiale spia della Marina si difende: “Dal pc non potevo vedere segreti”

Dal carcere di Regina Coeli, dove è detenuto da una settimana per pesantissima accusa di spionaggio, l’ufficiale di Marina Walter Biot prova a difendersi respingendo le accuse di avere venduto ad agente dei servizi segreti russo documenti top secret. “Sul pc del mio ufficio, sul computer sul quale lavoravo – ha spiegato l’indagato nel corso di un colloquio con il suo difensore, l’avvocato Roberto De Vita – non è possibile visualizzare il contenuto di documenti riguardanti il segreto di Stato o ad alto livello di segretezza”. La tesi difensiva adottata da Biot è chiara: in base alla funzione che ricopriva, al ruolo che svolgeva presso lo Stato Maggiore della Difesa, non poteva avere accesso ad atti con alta classifica di segretezza riguardanti la sicurezza nazionale, soprattutto nell’ambito di strategie militari internazionali.

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