Cronaca

Migranti, oltre 61mila arrivati alle frontiere esterne Ue

Rispetto al 2020 si registra già un 59% in più. Allarmante il Rapporto di Frontex. L’aumento più significativo arriva dalle partenze da Libia e Tunisia

Il numero di attraversamenti illegali alle frontiere esterne dell’Europa, nei primi sei mesi del 2021, ha superato quota 61.000, il 59% in più rispetto al totale di un anno fa, secondo le stime dell’agenzia europea Frontex. Nel rapporto di martedì 13 luglio, si calcola che, nel solo mese di giugno, circa 11.150 persone hanno tentato di attraversare in maniera irregolare i confini dell’UE, il 69% in più rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.
L’aumento più significativo si è verificato lungo la rotta del Mediterraneo centrale, con una ripresa delle partenze soprattutto da Libia e Tunisia. I migranti che hanno attraversato questa rotta, nel mese di giugno, sono stati circa 4.700, il doppio rispetto ad un anno fa.
Nella rotta verso la Spagna il numero totale di traversate, nei primi sei mesi di quest’anno, è stato di circa 5.800 persone, il 27% in più rispetto allo stesso periodo del 2020. I cittadini algerini hanno rappresentato oltre il 60% di tutti gli arrivi su questa rotta, seguiti dai migranti di nazionalità marocchina.
Sulla rotta del Mediterraneo orientale, a giugno, sono stati rilevati quasi 1100 attraversamenti illegali alle frontiere europee, portando il totale della prima metà dell’anno a quota 7.340, il 40% in meno rispetto allo scorso anno, prevalentemente di migranti da Siria e Turchia.
La rotta dell’Africa occidentale ha assistito quest’anno, finora, ad un totale di circa 6.600 tentativi irregolari di passaggio delle frontiere, in netto aumento rispetto ai 2.700 attraversamenti registrati nel 2020. La maggior parte dei cittadini continua a provenire dai Paesi dell’Africa subsahariana. A giugno, circa 1.080 persone sono state rilevate su questa rotta.
Almeno 1.146 persone sono morte in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa nella prima metà del 2021. La maggior parte delle morti è stata registrata nel Mediterraneo (896), con un aumento del 130% rispetto allo stesso periodo del 2020. Quella del Mediterraneo centrale si è riconfermata la rotta più pericolosa al mondo, con 741 decessi finora. Segue il Mediterraneo orientale, con 149 morti registrate.
Considerati gli ultimi dati, l’IOM (International Organization for Migration) ribadisce la richiesta di “adottare misure urgenti e proattive per ridurre la perdita di vite umane sulle rotte migratorie marittime verso l’Europa e per rispettare gli obblighi previsti dal diritto internazionale”, ha affermato il direttore generale, Antonio Vitorino, in una nota.
Secondo l’Organizzazione, le cifre registrate sarebbero molto inferiori alla realtà. “Sono centinaia i casi di naufragi invisibili, segnalati da ONG che sono in contatto diretto con chi è a bordo o con le loro famiglie. Questi casi, estremamente difficili da verificare, mostrano che il numero di morti sulle rotte marittime verso l’Europa è molto più alto di quanto indicano i dati disponibili”, ha sottolineato l’IOM.
RED

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