Economia e Lavoro

Pensioni, da gennaio arriveranno gli aumenti per recuperare l’inflazione

Da gennaio 2022 dovrebbero scattare gli aumenti delle pensioni, sulla base dell’aumento del costo della vita. Il tasso di inflazione, secondo le rilevazioni dell’Istat, ha infatti toccato l’1,7% a settembre e dunque difficilmente scenderà. Se nel 2020 gli assegni previdenziali erano aumentati dello 0,5%, nel 2021 tutto era rimasto invariato. Per oltre 22 milioni di italiani ci sarà quindi un adeguamento dell’assegno, che graverà per circa 4 miliardi di euro sulle casse dell’Inps. A dover provvedere alla rivalutazione degli assegni previdenziali non sarà solamente l’Inps, ma anche gli altri istituti pensionistici. Gli aumenti non saranno uguali per tutti, bensì varieranno a seconda della fascia di appartenenza di ciascun pensionato: si prevede un extra di circa 300 euro all’anno per chi oggi incassa intorno ai 1.500 euro al mese. L’aumento mensile sarà quindi di circa 25 euro lordi. L’aumento sarà calcolato sulla base del metodo di perequazione che vorrà adottare il governo: dovrebbe tornare in vigore il sistema a scaglioni, più vantaggioso per il pensionato perché le decurtazioni del tasso di rivalutazione si applicano solo sulle quote di assegno superiori a certe soglie. Il recupero dell’inflazione sarà al 100% per la parte di pensione fino a 2.000 euro mensili lordi, al 90% per le pensioni che sono 4 e 5 volte il minimo (che corrisponde a 500 euro) e al 75% oltre questa soglia.

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