La Guardia di Finanza di Pesaro ha arrestato una persona, nell’ambito dell’operazione “Cassaforte di famiglia”, su coordinamento della Procura locale. L’operazione ha portato anche al sequestro di immobili, fra cui anche una villa di lusso, per un ammontare pari a 700mila euro, e all’iscrizione di 16 persone nel registro degli indagati. Le accuse contestate sono quelle di riciclaggio e di commissione di illeciti fiscali e fallimentari.
Circa 20 perquisizioni sono in fase di espletamento fra Vallefoglia (Pu), Cantiano (Pu), Ancona, Numana (An), Bologna, Roma e il Frusinate: fra gli immobili perquisiti ci sono anche 3 studi professionali e 3 sedi societarie.
Le indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria sono iniziate da un imprenditore 60enne, noto in provincia di Pesaro e anche in altre zone, che è stato tratto in arresto: l’uomo era titolare “de facto”, con la moglie, di 6 società attive nell’edilizia e nella grande distribuzione, per le quali era stato dichiarato il fallimento. I due sono noti alle Forze dell’Ordine per aver commesso bancarotta fraudolenta sia patrimoniale sia documentale.
I finanzieri hanno provveduto ad eseguire accertamenti sui movimenti finanziari effettuati dal 2011 al 2014 a favore di una società del Pesarese: i movimenti costituivano parte integrante del denaro sottratto alle 6 società fallite, a cui erano stati tolti beni, liquidità e merci per un ammontare pari a quasi 4 milioni di euro.
La società, che ha un patrimonio sociale detenuto in larga parte da una società fiduciaria – che l’arrestato aveva chiamato “la cassaforte di famiglia” – ed aveva la titolarità di vari immobili. In seguito all’accumulo di debiti con l’erario, tra il 2010 e il 2014 per un importo pari a quasi 2,8 milioni di euro, tramite la vendita del ramo d’azienda, la società ha trasferito le proprie disponibilità immobiliari ad un’altra impresa, usata come “schermo”, di cui facevano parte altri professionisti compiacenti, che avevano fatto da prestanome per altre operazioni.
