Il processo per il crollo del Ponte Morandi, costata la vita a 43 persone a Genova, non è neanche iniziato ma è già a rischio. L’udienza preliminare, infatti, – si legge sul Giornale – rischia già di slittare a causa della decisione dei legali di Giovanni Castellucci, ex ad di Aspi, Paolo Berti, ex direttore generale, Michele Donferri Mitelli, ex direttore generale delle manutenzioni e gli ex dirigenti e tecnici Stefano Marigliani, Massimo Meliani e Paolo Strazzullo, che hanno deciso di ricusare il giudice Paola Faggioni, chiamata a decidere chi prosciogliere e di chi accettare la richiesta di un eventuale rito abbreviato dei 61 imputati (59 più due società, Aspi e Spea).
In questo caso – prosegue il Giornale – il giudice Faggioni avrebbe già giudicato gli imputati in un altro processo. Secondo i legali il magistrato non può giudicare stavolta in quanto si era già pronunciata su alcuni degli imputati e direttamente anche sull’inchiesta del ponte Morandi. Gli avvocati sostengono che il giudice non possa decidere se rinviare o meno a giudizio gli imputati perché nel 2019 era stata proprio lei a firmare l’ordinanza di custodia cautelare con cui vennero messi agli arresti domiciliari Castellucci e gli ex vertici di Aspi nell’ambito dell’inchiesta sulle barriere fonoassorbenti pericolose.