Covid

Post-Covid, disturbi per la metà dei pazienti ospedalizzati anche a distanza di sei mesi

(Red) “A distanza di 6 mesi la metà dei pazienti ospedalizzati e il 15-20% dei non ospedalizzati ha manifestato almeno un disturbo post Covid. Parliamo di circa 600 mila persone, che hanno accusato un deficit a livello neurologico, cardiaco o renale e ora abbisognano di una riabilitazione a livello ambulatoriale”. Lo ha evidenziato Sandro Iannaccone, presidente della Società Scientifica Riabilitazione e direttore del Dipartimento di Riabilitazione e Recupero funzionale dell’Ospedale San Raffaele di Milano, nel corso dell’evento digitale organizzato da Fondazione Sanità Futura, AIOP Lombardia e Società Scientifica della Riabilitazione, dal titolo “Post Covid e riabilitazione: innovazioni sanitarie e organizzative”. E’il cosiddetto Long Covid, la sindrome che accusano le persone non vaccinate che hanno contratto il coronavirus in forma sintomatica e che vorrebbero uscirne ma continuano a subirne le conseguenze a distanza di tempo.

“Già prima del Covid, il 50% dell’assistenza ambulatoriale era a pagamento e in questo quadro l’ideale sarebbe il day hospital con le persone che potrebbero fare due o tre prestazioni lo stesso giorno, razionalizzando i tempi. Nell’ambito della riabilitazione, come lo è per la campagna vaccinale – ha aggiunto Iannaccone – sono coinvolte anche le aziende private perché si va dalla robotica alla telemedicina, con un utilizzo sempre più rilevante delle nuove tecnologie. Su questi fronti in Italia abbiamo grandi competenze e credo che anche il sistema sanitario si debba adeguare, sia in termini logistici sia economici”.

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