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Professione PERITO, una bella storia che finirà male

“Che danno potrà fare un consulente tecnico in un processo?”. “Può essere una professione ideale per un giovane professionista per acquisire un poco di esperienza e realizzare qualche soldo!”. Queste e altre assurdità le sentiamo da decenni. Un esempio di dove può condurre un tale atteggiamento sommato alla latitanza delle autorità preposte lo proponiamo di seguito.

Un noto e autorevole trascrittore mi racconta che, durante l’ascolto di un’intercettazione disposta da un Pubblico Ministero e realizzata da un giovane consulente tecnico, si segnalava una persona, che chiameremo A.S., in conversazione con un indagato, già sottoposto a intercettazione quale sospettato di traffico di stupefacenti, che affermava di voler andare immediatamente a ritirare la “coca”. A.S., presentatasi presso l’interlocutore, è stata immediatamente fermata e rinchiusa nel carcere di Rebibbia, con l’accusa di essere, anch’essa, trafficante di droga. Di fronte alle decise rimostranze sia della giovane signora accusata, di soli 23 anni, che a quelle ancora più decise e ferme del suo avvocato, che la conosceva personalmente fin da bambina, il Pubblico Ministero chiese a un altro trascrittore, lo stesso che ci racconta l’episodio, di verificare tale conversazione.

Durante tale verifica con macchinari adeguati e con la dovuta esperienza si è potuto costatare che la famosa parola “coca”, in realtà era “coda”. Termine confermato anche nelle precedenti telefonate e da quanto oggettivamente è risultato dalle indagini. La ragazza aveva ordinato al macellaio, presso il quale si serviva, la coda di bue per offrire il fatidico piatto romano “coda alla vaccinara” al suo novello sposo. Risultato? Una settimana di carcere e tanto spavento! Fortunatamente nient’altro. Un Pubblico Ministero preparato e coscienzioso che probabilmente sarà anche la norma oppure no? Dobbiamo, però, riflettere sulla situazione attuale. Forti carichi di lavoro per i Pubblici Ministeri, più o meno preparati, supportati, in molti casi, da pochi o scarsi mezzi compresi i collaboratori, sommati alla scarsa preparazione dei consulenti tecnici e a una selezione degli stessi inesistente sono una miscela esplosiva che va disinnescata con urgenza! Immaginiamo di essere al posto della giovane ventitreenne, oltretutto fresca sposa! Pertanto, dobbiamo tenere presente che nei casi da “prima pagina”, di cui sentiamo e vediamo in televisione, il momento in cui il magistrato dispone la perizia è quello nel quale stanno per iniziare, con molte probabilità, i guai.

L’idea che il perito sia un professionista scelto tra coloro che hanno “speciali competenze” è troppo spesso una finzione cinematografica, come l’accuratezza nella scelta dei medesimi. Sulle speciali competenze basterebbe citare l’abbandono polemico dei periti più esperti, oltre l’aumento eccezionale del numero di coloro che s’iscrivono nei ruoli dei tribunali. Questi impazzano nei corridoi degli stessi molestando tutti i magistrati che incontrano, pregandoli di concedere loro qualche incarico. A conferma dell’”accuratezza” della scelta del perito cui affidare gli incarichi accade troppo spesso che, nei tribunali minori, un magistrato, durante la discussione di una causa, chieda, urlando: “C’è qualche esperto in preziosi presente?” Il primo che risponde ottiene l’incarico!

Qualcuno mi ha fatto notare che, a ogni giudizio con perizia, si risparmierebbero tempo e denaro se si lanciasse una moneta in aria e si stabilisse in tal modo l’esito della perizia!

Esagerazione? Certamente! Ma le riflessioni poc’anzi descritte purtroppo non lo sono.

Alessio Russo (Presidente Nazionale del Collegio Periti Italiani)

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