“Avevo visto nei mesi scorsi una linea della Cei molto equilibrata in merito. Presentava giuste preoccupazioni nei confronti di questa legge, ma senza assolutizzazioni e insieme concorde in un impegno contro l’omofobia e ogni discriminazione. Questo passo è una vicenda un po’ particolare. Credo che provenga più che altro da ambienti italiani della Segreteria di Stato. I motivi non li conosco fino in fondo. Va però detto che è un passo riservato e che tale probabilmente doveva restare anche nella sua sofisticata diplomazia”. Lo spiega in una intervista a Repubblica Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio e presidente della società Dante Alighieri, nel governo Monti ministro per la cooperazione internazionale e la integrazione. “In ogni caso – aggiunge – è una Nota molto rara nelle relazioni fra Santa Sede e governo italiano. In genere si usa il telefono, l’incontro, e non un testo scritto. Per questo sottolineo la particolarità di questo passo”. Riccardi non condivide l’opinione di chi dice che siamo di fronte a una seconda stagione del pontificato, un Papa che decide di virare su posizioni più intransigenti: “Non credo assolutamente a una seconda stagione del pontificato tipo quella vissuta da Pio IX. La lettera scritta dal cardinale Ladaria ai vescovi americani sul tema dell’eucaristia a Joe Biden era di tutt’altro tenore. Direi piuttosto che Francesco rimane fuori dalle controversie sulle legislazioni nazionali, questo è chiaro. In questo senso mi sembra una linea, quella della Nota, attribuibile alla Segreteria di Stato”.
aggiornamento ddl San del 24 giugno ore 14.29