Roma Capitale

Rifiuti, a Roma si va verso il Commissariamento di Roma Capitale. Situazione quasi fuori controllo

La soluzione trovata una settimana fa dalla Regione Lazio è servita a poco. Troppi rifiuti fanno ancora brutta mostra di sé sulle strade di Roma, insieme ai cassonetti traboccanti. E quando sono vuoti, i sacchetti sono dietro le “batterie”, ben nascosti, oppure incastrati tra un cassone e l’altro o addirittura sotto, a mo’ di improbabile sostegno.
Dal Pigneto a La Rustica, da Centocelle a Talenti, Torpignattara, Malatesta ma anche la semicentrale viale Libia, le zone nord ed est della città sono in forte sofferenza sulla raccolta dei rifiuti. Il motivo stavolta è legato agli stop ai conferimenti comunicati ad Ama venerdì scorso da due impianti fuori città: il Tmb di Ecologia Viterbo e quello della società Cermec in Toscana. Entrambi hanno bisogno di manutenzioni straordinarie (nel caso dell’impianto di trattamento della Tuscia si è rotto il trituratore, primissimo anello della catena del funzionamento) il che comporta che Roma accumulerà fino a domenica 1.600 tonnellate di immondizia che non potrà essere raccolta, rendendo peraltro molto complicato per Ama il “recupero” di tutti quei rifiuti che si erano affastellati per terra nelle scorse settimane. Insomma immondizia nuova che si aggiungerà a quella vecchia.
Non è bastato, dunque, l’assenso della Regione Lazio alla E. Giovi, proprietaria dei due Tmb di Malagrotta, di scaricare per due settimane i propri scarti del trattamento nella discarica di Viterbo, in attesa di attivare gli accordi con altri 6 impianti smaltimento italiani per ripulire la Capitale. Ancora una volta si è reso evidente che il problema della città Eterna nella gestione completa del ciclo dei rifiuti che produce sta nella dipendenza da impianti di soggetti terzi. Un tema cui stanno cercando di trovare soluzione il ministero dell’Ambiente, la Regione Lazio, la Città Metropolitana e lo stesso Campidoglio, insieme al prefetto di Roma, Matteo Piantedosi. e urgenze primarie sono due: riattivare le discariche regionali che sono autorizzate e contemporaneamente trovare all’interno del territorio della Capitale, ma anche in quello della Città Metropolitana (che ha problemi non troppo dissimili rispetto a Roma sulla chiusura del ciclo dei rifiuti), aree idonee alla costruzione di impianti di trattamento e discariche.
Sul primo fronte, ministero dell’Ambiente, ministero dell’Interno e Regione sono al lavoro per capire come riaprire la discarica di Roccasecca, in provincia di Frosinone, che è autorizzata per 430mila metri cubi ma la sua proprietà (Mad srl) ha comunicato a marzo di non essere nelle condizioni economiche per procedere con i lavori che in due mesi permetterebbe all’impianto di riaprire e fare rifiatare Roma e non solo. Requisizione in uso o esproprio. Queste le alternative ma il nodo da sciogliere è chi dovrà farlo: il prefetto di Frosinone o la Regione?
DIRE

Related posts

Forum Terzo Settore Lazio: Stupore e preoccupazione per attacco all’autonomia dei Centri anziani da parte del Comune di Pomezia

Redazione Ore 12

SOCIALE, TORNA TUTTI TAXI PER AMORE – “AMICI FRAGILI”, FUNARI: “UN IMPORTANTE GESTO COLLETTIVO DI SOLIDARIETÀ”

Redazione Ore 12

Gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio, a seguito di approfondite indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno individuato e fermato 2 persone gravemente indiziate del reato di furto aggravato di diamanti del valore di 1.346.000 euro ed arrestato altre 2 per possesso di documenti falsi. Il furto, avvenuto al centro di Roma nell’agosto scorso, è il risultato di una articolata pianificazione delittuosa, portata a termine con la tecnica del “rip-deal”. La vicenda ha avuto origine a giugno, allorquando la vittima, gioielliera presso una società di Montecarlo, veniva contattata telefonicamente da un intermediario che le manifestava l’intenzione di fare da tramite nell’acquisto di gioielli per conto di clienti esteri. A questa telefonata seguivano vari incontri di affari e cene, a Sanremo e Milano, dove gli intermediari ed i compratori discutevano dell’acquisto di una partita di gioielli. Il primo tentativo di scambio soldi/gioielli, avvenuto in un albergo della Città dei fiori a fine luglio, non era andato a buon fine, ma era di fatto servito per accreditare gli acquirenti agli occhi della vittima. Gli intermediari organizzavano allora un nuovo incontro in agosto, questa volta nel centro di Roma, in un lussuoso albergo prenotato dalla vittima. Il sedicente compratore russo si presentava presso la struttura unitamente ad una donna che si qualificava come “esperta di pietre preziose”, che avrebbe avuto proprio il compito di scegliere i gioielli da acquistare. I due acquirenti mostravano interesse solo per i diamanti, accordandosi per l’acquisto di 5 pezzi per la cifra di 1.346.000 euro. Mentre il compratore russo attendeva presso il bar, esigeva dalla gioielliera di far salire la donna che l’aveva accompagnato presso la sua camera, al fine di verificare l’autenticità dei gioielli. Giunte in camera la venditrice posizionava i gioielli sul letto e la donna ne sceglieva 5 su 6, mettendo tutti i gioielli che aveva selezionato all’interno di alcuni sacchetti in velluto e successivamente li poneva nuovamente all’interno di un borsello color caramello avvolgendoli con del nastro da imballaggio, chiedendo alla gioielliera di prenderle una penna per siglare l’involucro. Cogliendo l’attimo di distrazione della vittima, la donna effettuava lo scambio dei borselli, riponendo al posto di quello contenente i gioielli veri, un altro contenente delle riproduzioni, e invitava la venditrice a riporlo all’interno della cassaforte presente in camera. Subito dopo la gioielliera scendeva con la donna nella hall e raggiungeva il compratore russo, che nel frattempo era uscito dall’albergo per andare a prendere un borsone di colore blu, contenente il corrispettivo in mazzette di banconote da 200 euro. L’uomo la invitava a trattenere la borsa come garanzia in attesa di perfezionare le operazioni di pagamento, a seguito delle quali al loro rientro avrebbero ritirato i gioielli dalla cassaforte e contato le mazzette di banconote contenute nella borsa. Mentre i due uscivano dall’albergo, la parte lesa si recava subito presso la sua stanza e dopo aver atteso invano il loro rientro, apriva il borsone che le avevano lasciato, notando al suo interno numerosissime banconote del taglio di euro 200, riportanti, però, la dicitura fac-simile su di un lato. Immediatamente si recava in cassaforte per controllare i gioielli, avvedendosi che gli autentici erano stati sostituiti con delle copie. Gli investigatori del Distretto Trevi Campo Marzio, grazie ad un’attenta analisi del materiale a loro disposizione e con il prezioso contributo del personale specializzato della Polizia Scientifica della locale Questura, identificavano 2 sospetti; una donna di origine romena di 28 anni ed un ragazzo croato 27enne. Le indagini consentivano di individuare una grossa berlina usata nel reato e, successivamente, anche una possibile abitazione in uso ai sospettati. Dopo una lunga serie di accertamenti i poliziotti perquisivano la detta abitazione della Balduina all’interno della quale, oltre alla 28enne, erano presenti altre 2 persone. Nel guardaroba venivano rinvenute le medesime scarpe ed il medesimo abito griffato, del valore di circa euro 3.000, indossati dalla donna all’interno dell’hotel durante il furto; questa circostanza, unita alla precedenti risultanze investigative, portava al fermo di indiziato di delitto della donna. In casa venivano rinvenuti numerosi orologi di valore, vari gioielli e bracciali in oro tipo “tennis”, vario materiale utilizzato per le truffe rip-deal e truffe bitcoin, numerosissimi telefoni cellulari, schede telefoniche, computer portatili, varie mazzette di banconote da euro 200 con la dicitura fac-simile (circa 350.000 euro), timbri contraffatti e documenti d’identità contraffatti in merito ai quali si procedeva all’arresto obbligatorio in flagranza di reato di un cittadino serbo di 41anni e di un italiano R.M. di anni 72. I 3 provvedimenti pre-cautelari sono stati poi convalidati dal GIP competente. Ulteriore conferma è arrivata poi dal lavoro della Squadra Investigativa del Commissariato di Sanremo, che aveva sottoposto la vittima ad individuazione fotografica, a seguito della quale la stessa riconosceva senza dubbio alcuno la donna rumena sottoposta a fermo ed il cittadino croato. Quest’ultimo, alla fine di settembre, è stato rintracciato dai poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Milano, ed è stato condotto in carcere in applicazione di un’ordinanza di custodia cautelare in Carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, per il reato di furto pluriaggravato in concorso. Lo stesso al polso indossava un Rolex di ingente valore la cui provenienza è tuttora oggetto di indagine. Ad ogni modo tutti gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

Redazione Ore 12