(Red) Si chiude un processo che, di fatto, aveva disarcionato dalla politica uno dei leader della destra, che per sette lunghi anni ha sofferto una sorta di umiliazione processuale e mediatica che lo ha allontanato dall’agone politico. Gianni Alemanno è stato assolto dall’accusa di corruzione, nell’ambito di un troncone del processo legato a “Mafia Capitale”, per cui era stato condannato in primo grado, a febbraio 2019, e nella sentenza d’appello del 23 ottobre scorso, a 6 anni di reclusione. E’ quanto ha stabilito la Corte di Cassazione, che ha disposto un appello bis. Per Alemanno, che ha presenziato alla lettura della sentenza, resta in piedi soltanto l’accusa di traffico d’influenze. Amare le parole dell’ex Sindaco di Roma: “Questa sentenza ridimensiona questa vicenda durata sette anni. Mi sono trovato mafioso, corrotto. Non c’è più quel fango che mi era stato tirato addosso. Per me finisce un incubo durato 7 anni che obiettivamente poteva essere evitato”.