“È certamente un errore il riferimento alla razza presente nel test distribuito ai genitori del Ics Borsi-Saffi, frutto della traduzione letterale dall’inglese del test standard fornito dal centro clinico Marco Aurelio. Benché il questionario abbia, infatti, lo scopo molto utile di individuare precocemente disturbi specifici dell’apprendimento tra gli alunni e le alunne, quel termine è lontano dall’idea di scuola inclusiva che stiamo portando avanti con tutti gli Istituti, compreso quello in questione. Non ci sfugge infatti che la scuola Borsi-Saffi è un esempio molto positivo di accoglienza e apertura, che è impegnata quotidianamente a favorire inclusione e rispetto. Un episodio che ci dà l’occasione perciò per constatare l’attenzione molto alta sui temi dell’inclusione, tra i cittadini e le istituzioni, e ribadire che a Roma nessuna forma di discriminazione può essere ammessa. Tanto meno a scuola”. A dichiararlo in una nota congiunta l’assessora alla Scuola, Formazione, Lavoro di Roma Capitale, Claudia Pratelli e l’assessora alla Scuola del Municipio II, Paola Rossi.