Economia e Lavoro

Sindacati uniti. Piena solidarietà alle lavoratrici ed ai lavoratori della scuola

“La Cgil sarà a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola nello sciopero di lunedì 30 maggio”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “Uno sciopero- sottolinea il leader del sindacato di Corso d’Italia- per contrastare le norme introdotte nel decreto PNRR che tradiscono il patto per la scuola e negano il valore della partecipazione, del confronto e della contrattazione, come principali strumenti di valorizzazione e crescita delle professionalità che operano nel sistema di istruzione”.
“E’ inaccettabile- prosegue Landini- una formazione fatta per pochi, finanziata, peraltro, con i tagli di organico. Come pure sono inaccettabili le assenze di risposte per i precari che ogni giorno garantiscono il diritto allo studio”. “Le lavoratrici e i lavoratori della scuola saranno in piazza anche per rivendicare, ancora una volta, il diritto a un contratto giusto, per ampliare i diritti e garantire incrementi adeguati, in grado di ridurre la distanza dai salari europei”, conclude il segretario generale della Cgil.

SBARRA (CISL): “SOSTEGNO A SCIOPERO, NO TAGLIO A 9.600 CATTEDRE”

“Oggi siamo con le lavoratrici ed i lavoratori della scuola in sciopero per rivendicare il diritto a un contratto con incrementi retributivi adeguati, formazione, progressioni, stabilità per i precari, investimenti seri. No al taglio di 9600 cattedre. Il DL 36 va cambiato”. È quanto sottolinea su twitter il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra sullo sciopero di oggi proclamato dai sindacati della scuola.

BOMBARDIERI: “AL FIANCO DEL SETTORE, DA GOVERNO ATTO INACCETTABILE”

“La Uil confederale è al fianco della Uil scuola, delle lavoratrici e dei lavoratori del settore che oggi incrociano le braccia per rivendicare il principio dell’autonomia contrattuale, per difendere la dignità della professione e per ottenere una giusta valorizzazione del proprio lavoro che è a beneficio degli studenti e delle loro famiglie”. Lo dice Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil.
“Mentre è aperto un tavolo all’Aran- aggiunge-, il Governo è intervenuto unilateralmente, con decreto, per stabilire regole per il reclutamento e la formazione degli insegnanti: una decisione che mortifica la loro professionalità e calpesta la libertà della contrattazione. Quel provvedimento stabilisce un modello di formazione unico e obbligatorio per tutti, ma garantisce riconoscimenti economici solo a una parte dei soggetti coinvolti. Non assicura, inoltre, alcuna prospettiva alle decine di migliaia di precari che, da anni, attendono di essere stabilizzati. Tutto ciò è incomprensibile e inaccettabile. A queste lavoratrici e a questi lavoratori affidiamo il futuro dei nostri figli: meritano, dunque, il rispetto e il giusto riconoscimento per la loro attività che non è solo un lavoro, ma anche un impegno sociale e una missione civile”.

M5S: “MIGLIORARE IL DECRETO 36, PIÙ RISORSE E NESSUN TAGLIO”

“Il governo deve prestare massima attenzione alla protesta del mondo della scuola, oggi in sciopero. Dopo gli enormi sacrifici affrontati nel corso della pandemia, non è tollerabile pensare di chiudere la stagione degli investimenti inaugurata con il governo Conte II e mandare il messaggio di una nuova marginalizzazione della scuola con la prospettiva di tagli all’organico. Per questo il Movimento 5 Stelle sta lavorando in commissione Istruzione al Senato con le altre forze di maggioranza ed in coordinamento con i colleghi della Camera per migliorare il testo del Decreto 36 sul reclutamento dei docenti, con l’obiettivo di escludere possibili tagli nel futuro e modificare il percorso di formazione incentivata, mantenendo fermo il principio del concorso pubblico come fondamentale strumento di accesso al ruolo di insegnante ma eliminando storture insensate come i quiz a crocette. Concordiamo con i Sindacati quando invocano aumenti salariali adeguati: quelli prospettati non sono adeguati a dare dignità al personale scolastico anche alla luce dell’inflazione in atto. Servono più risorse”. Così gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione Istruzione al Senato.

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