Esteri

Ucraina, minacce di Biden a Putin: “Dure sanzioni con escalation militare”

Il presidente Usa Joe Biden nel suo colloquio con il collega russo Vladimir Putin “ha ribadito il suo sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina e ha chiesto di far rientrare l’escalation e di tornare alla diplomazia”: lo riferisce la Casa Bianca in una nota dopo l’incontro in videoconferenza durato due ore. Biden ha “espresso la profonda preoccupazione degli Stati Uniti e degli alleati europei per l’escalation di forze militari russe attorno all’Ucraina e ha detto chiaramente” al presidente russo Putin che “gli Stati uniti e i loro alleati risponderanno con dure misure economiche e di altro tipo in caso di escalation militare”. “I due presidenti hanno incaricato le loro squadre di dare seguito e gli Stati Uniti lo faranno in stretto coordinamento con alleati e partner”, aggiunge la nota.  Putin e Biden hanno discusso anche “del dialogo tra Russia e Stati uniti sulla stabilità strategica e poi sul ransomware”, inoltre, hanno parlato “del lavoro congiunto su questioni regionali come l’Iran”.  Il colloquio, che secondo il Cremlino è stato franco e professionale, è avvenuto attraverso un sistema nuovo di comunicazione ed è durato poco più di due ore. Biden ha parlato dalla Situation Room della Casa Bianca, mentre Putin dalla sua residenza a Sochi. All’inizio dell’incontro, cominciato alle 16 (ora italiana), il presidente russo ha salutato il rivale con un sorriso mentre il presidente Usa ha espresso la speranza di un prossimo incontro di persona. I due si erano sentiti l’ultima volta a luglio e visti a giugno a Ginevra. Secondo l’intelligence Usa, Mosca avrebbe accumulato circa 70mila soldati al confine con Kiev, mentre gli ucraini parlano di circa 90mila truppe. Nei giorno scorsi il Washington Post ha riferito di un piano del presidente russo per invadere l’Ucraina all’inizio del prossimo anno con circa 175mila soldati. Poco prima del colloquio tra i due leader il ministero della Difesa ucraina ha lanciato un nuovo allarme denunciando l’invio da parte russa di carri armati e cecchini lungo la linea di contatto. Il Cremlino prima dell’incontro ha negato di voler attaccare i vicini, ma ha precisato di avere delle “linee rosse”. Il portavoce Dmitry Peskov ha inoltre ridimensionato le aspettative per il colloquio tra i due leader dicendo di non aspettarsi grandi progressi.

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