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Vaiolo delle scimmie, segnalati 202 nuovi casi in Europa: come si trasmette

Dal 25 maggio sono stati segnalati 202 nuovi casi confermati di vaiolo delle scimmie negli Stati membri dell’Unione europea. In particolare le segnalazioni arrivano da Spagna (69), Portogallo (59), Paesi Bassi (20), Germania (16), Francia (12), Italia (9), Belgio (6), Repubblica Ceca (4), Irlanda (2), Svezia (2) , Finlandia (1), Malta (1) e Slovenia (1). Lo fa sapere l’Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control). In totale sono stati confermati 321 casi da 17 Stati membri dell’UE/SEE e 557 casi in tutto il mondo (compresi quelli dell’Unione europea). 

NESSUN MORTO

“La maggior parte riguarda giovani uomini che si autoidentificano come MSM (uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini)- fa sapere l’Ecdc- ma non ci sono stati morti. La presentazione clinica è generalmente descritta come lieve, con la maggior parte dei casi che presenta lesioni sui genitali o sull’area perigenitale, indicando che la trasmissione è probabilmente avvenuta per stretto contatto fisico durante le attività sessuali. Diversi paesi hanno segnalato casi che sembrano essere collegati ad eventi che si svolgono in Spagna (Madrid e Isole Canarie) e Belgio (Anversa). Tuttavia, molti paesi segnalano anche casi senza alcun legame epidemiologico noto con viaggi all’estero, contatti con altri casi, animali o partecipazione a eventi specifici.” 

COME SI TRASMETTE IL VAIOLO DELLE SCIMMIE

Il vaiolo delle scimmie (MPX) è una malattia zoonotica ed è attualmente l’infezione ortopossivirale più diffusa nell’uomo dopo l’eradicazione del vaiolo e la cessazione della vaccinazione universale contro il vaiolo. “Nelle aree endemiche, il virus del vaiolo delle scimmie (MPXV) circola probabilmente tra un certo numero di mammiferi, sebbene non vi sia alcun serbatoio noto. Occasionali eventi di ricaduta sugli esseri umani generano focolai. L’MPXV viene trasmesso all’uomo attraverso il morso o il contatto diretto con il sangue, la carne, i fluidi corporei o le lesioni cutanee/mucose di un animale infetto”, chiarisce in conclusione l’Ecdc.

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