Esteri

Clima, l’Onu denuncia: “Produzione dei combustibili fossili doppia rispetto agli accordi di Parigi”

I governi del mondo intendono produrre una quantità di combustibili fossili che è pari a più del doppio di quella in linea con gli obiettivi fissati dagli Accordi di Parigi sul clima del 2015, che mirano a contenere l’aumento della temperatura media globale entro 1,5 gradi celsius. E’ quanto emerge da un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato oggi.
Il 2021 Production Gap Report, questo il nome del documento, redatto da oltre 40 esperti coordinati dal Programma dell’Onu per l’ambiente (Unep) a partire dal 2019, evidenzia la discrepanza che c’è tra i piani di produzione di carbone, petrolio e gas naturale di 15 tra i maggiori Paesi industrializzati del mondo, tra i quali Cina e Stati Uniti, e quanto stabilito con l’intesa siglata nella capitale francese.
Stando al rapporto, la produzione dei combustibili fossili da parte dei Paesi presi in esame è destinata ad aumentare entro il 2030 del 110 per cento rispetto all’obiettivo di 1,5 gradi e del 47 per cento rispetto a quello dei due gradi. Questo significa che tra dieci anni ci sarà il 240 per cento in più di carbone, il 57 per cento in più di petrolio e il 71 per cento in più di gas delle soglie stabilite a Parigi.
Dal rapporto emerge inoltre che dall’inizio della pandemia di Covid-19, quindi gennaio 2020, i 15 Paesi hanno investito circa 300 miliardi di dollari nella produzione dei combustibili fossili. Una somma, questa, superiore a quella impiegata per le energie rinnovabili.
“Alla Cop26 e oltre, i governi del mondo devono farsi avanti, adottando misure rapide e immediate per colmare il divario nella produzione di combustibili fossili e garantire una transizione giusta ed equa”, ha detto la direttrice del Unep, Inger Andersen, in riferimento alla conferenza internazionale sul clima prevista a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre.

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