Economia e Lavoro

Abi e banche tedesche chiedono più flessibilità contro il Covid

Per ridurre gli effetti devastanti della seconda ondata pandemica : “Rifocalizzare il percorso regolamentare verso la finalizzazione di Basilea 3”

L’Abi e il Comitato dell’industria bancaria tedesca (German banking industry committee, Gbic) chiedono regole più flessibili per ridurre l’impatto economico della pandemia sull’economia europea. “Rimodulare il percorso dell’Unione bancaria – dicono le due associazioni – rifocalizzare il percorso regolamentare verso la finalizzazione di Basilea 3 in Europa e adeguare il trattamento dei crediti deteriorati alla luce dell’attuale scenario economico”. Richieste espresse in un documento con cui si chiede alle istituzioni europee “di assumere importanti misure regolamentari di primo e secondo livello per contrastare gli effetti economici del Covid-19”. In una fase in cui “l’economia è severamente impattata dalle conseguenze economiche del Covid-19”, il mondo bancario italiano e quello tedesco “hanno elaborato un pacchetto di proposte per mitigare il rischio di una riduzione, a breve e medio termine, della capacità del settore bancario europeo di finanziare l’economia reale”. Le soluzioni individuate “riguardano, in particolare, la gestione delle crisi delle banche direttamente sottoposte alla Vigilanza nazionale e il ruolo dei sistemi nazionali di garanzia dei depositi, la ricerca di un approccio nella gestione dei crediti deteriorati che contrasti effetti prociclici e una più calibrata adozione della normativa a completamento del quadro regolamentare di Basilea 3”. “Le nuove regole della vigilanza europea – sottolinea il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini – sono state concepite prima della pandemia, in un contesto completamente diverso dall’attuale. È necessario continuare a insistere nelle sedi europee per correggere tali norme, valutando deroghe o sospensioni temporanee delle stesse, così da evitare automatismi indesiderati effetti prociclici”. “Per sviluppare ulteriormente il quadro esistente dell’Unione bancaria non è necessario creare un nuovo assetto istituzionale”, spiega Karl-Peter Schackmann-Fallis, membro dell’executive board dell’Associazione tedesca delle Casse di risparmio, che attualmente presiede il Gbic”. “Invece – aggiunge Schackmann-Fallis – il rafforzamento del ruolo dei sistemi nazionali di garanzia dei depositi anche all’interno del secondo pilastro dell’Unione bancaria potrebbe portare vantaggi sostanziali”.

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