Le sofferenze bancarie diminuiscono ancora, ai minimi da più di 11 anni. Lo sostiene l’Abi nel rapporto mensile, secondo cui a dicembre le sofferenze nette sono state pari a 20,692 miliardi, mentre a novembre erano a 23,539 miliardi. Per ritrovare un valore inferiore dello stock delle sofferenze è necessario risalire a luglio 2009. Rispetto al picco di 88,8 miliardi di novembre del 2015, a dicembre del 2020 “la riduzione è di oltre 68 miliardi (-76,7%)”. Rallentano invece i prestiti a famiglie e imprese, pur rimanendo in crescita per effetto delle moratorie, di un maggiore utilizzo della linee di credito e delle garanzie statali sui finanziamenti. A gennaio i prestiti ai nuclei familiari e alle aziende sono aumentati del 4,5% rispetto a un anno prima, dopo il +5,5% di dicembre. Andamento in leggera risalita, aggiunge Palazzo Altieri, per i tassi d’interesse sui mutui, che restano vicini al minimo storico. A gennaio il tasso medio sui nuovi prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni è all’1,27%, in leggero aumento dal valore record di 1,25% segnato a dicembre. In crescita, ma su “livelli particolarmente bassi”, anche il tasso per i nuovi finanziamenti alle imprese: a gennaio è aumentato all’1,43% mentre a dicembre era all’1,40%.