Israele abbatte i costi della desalinizzazione, utilizzando giacimenti di gas metano, scoperti nel mediterraneo. I giacimenti israeliani di Leviathan e Tamar, permetteranno di fronteggiare la sempre maggiore richiesta di acqua, visto anche l’aumento della popolazione, e la desertificazione del territorio, garantendo un enorme risparmio.
Ne parla Giora Shaham, direttore generale dell’attività governativa di Israele per le risorse idriche e le acque reflue, in occasione della Giornata Mondiale dell’acqua del prossimo 22 marzo. L’autorità è l’organismo governativo, indipendente, responsabile della regolamentazione e della gestione del settore idrico israeliano, che decide sul prezzo dell’acqua per il consumatore.
“Nelle età passate, come oggi, la mancanza di acqua è stato un catalizzatore per lo sviluppo di progetti – afferma Shaham – nello scorso secolo la popolazione nel Medio Oriente è cresciuta rapidamente e le risorse idriche non sono sufficienti. E’ una situazione di crisi e il pensiero e l’innovazione sono stati rivolti a risolvere questa situazione. Il primo e più importante passo è stato disconnettere il tema acqua dalla politica“, poi si sono definite le reali necessità di acqua, stabilito dove costruire gli impianti, infine, calcolati i costi totali, necessari a portare l’acqua ai rubinetti delle case, investimenti, costi manutenzioni e tempi di realizzazione.
La scoperta del gas nell’area del mediterraneo rende il tutto molto più conveniente rispetto all’utilizzo di elettricità, si è infatti passati da un costo di 1,2 dollari per metro cubo (mc) a una spesa di 40-44 cent di dollaro per mc. Naturalmente, vanno combattuti gli sprechi, ridotte le perdite (non si riconosce alle compagnie più del 7% di perdite) e riutilizzate le acque reflue depurate.
AGC GreenCom