Roma Capitale

Al via percorso per intitolare Centri Antiviolenza a persone simbolo di contrasto a violenza e promozione dei diritti

Con una memoria da poco firmata, la Giunta Capitolina affianca all’apertura dei tanti Centri Antiviolenza sul territorio cittadino una campagna di sensibilizzazione e riflessione sul tema, per l’intitolazione di queste strutture – che oggi prendono nome dalla strada o dalla zona in cui si trovano – a donne che sono diventate simbolo della lotta all’odioso e diffuso fenomeno della violenza o che con le loro scelte di vita sono state esempi di autodeterminazione e libertà femminile o, ancora, a persone che si sono distinte nelle battaglie di difesa e promozione dei diritti delle donne. 
Il percorso per le nuove intitolazioni sarà partecipativo, aperto ad associazioni ed organismi impegnati nella prevenzione e nel contrasto alla violenza di genere, nonché alla promozione della cultura delle pari opportunità, ai Municipi, alla cittadinanza e alle scuole. 
“Ogni struttura che abbiamo aperto per le donne è un tassello che si aggiunge nel contrasto alla violenza di genere e nell’opera di riscatto e di ricostruzione della propria autonomia” afferma la sindaca di Roma Virginia Raggi. “Alcune già portano il nome di donne straordinarie come il CAV ‘Nilde Iotti’, il Centro comunale ‘Donatella Colasanti-Rosaria Lopez’, la casa di Semiautonomia ‘Franca Viola’. Vogliamo che siano i primi e non gli unici luoghi, a ricordare già nel nome, il coraggio e l’impegno delle donne”. 
L’azione amministrativa è fatta di concretezza, come l’apertura di spazi a sostegno delle donne, e di riflessione, di sensibilizzazione su un tema che è sempre rilevante, non solo giornate simbolo. Per questo abbiamo voluto dare un segnale che è l’inizio di un percorso. L’obiettivo è rendere il contributo che alcune donne hanno dato alla promozione dei diritti femminili o alla lotta contro la violenza un esempio e un aiuto ulteriore a tutte le altre, un supporto al coraggio di ciascuna” afferma l’assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidale Veronica Mammì. 
La violenza sulle donne si combatte anche attraverso le storie di donne che con il loro impegno sono diventate degli esempi per le altre. Intitolare i nostri CAV a persone che hanno dedicato la loro vita all’emancipazione delle donne attraverso un processo partecipativo, che vede il coinvolgimento di associazioni e cittadini, ci permette di favorire un cambiamento culturale che è alla base della lotta della violenza di genere” afferma l’assessora alla Crescita Culturale Lorenza Fruci.

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