Roma Capitale

Barriere architettoniche, c’è un problema alla stazione metro Colosseo

Insieme al Sindaco Roberto Gualtieri e al Comandante dei Vigili urbani Ugo Angeloni abbiamo effettuato un sopralluogo alla metro Colosseo per verificare sul posto quanto si era verificato il giorno prima, cioè l’impossibilità per una giovane turista americana con problemi di deambulazione di raggiungere autonomamente il Colosseo partendo da Largo Agnesi. Gualtieri ha voluto rendersi conto di persona della situazione dopo aver appreso delle difficoltà affrontate dalla ventunenne americana. Una storia che ci ha molto colpiti, solo in parte riscattata dalla generosità di due vigili urbani che l’hanno prontamente aiutata, suscitando il commosso ringraziamento della ragazza.

Si tratta di un luogo da sempre con barriere architettoniche. La metro, progettata decenni fa, non prevede alcun ausilio per chi ha difficoltà di deambulazione: esiste solo una scala mobile (attualmente in manutenzione) per agevolare la salita, ma nulla per chi deve invece scendere. C’è inoltre un montascale che porta dal piano strada ai treni, lo stesso del resto usato ieri dalla ragazza al termine della visita al Colosseo per prendere la metro. Su Largo Agnesi c’è poi l’antica scala pedonale (chiusa per consentire la messa in sicurezza del muro e degli affacci sul Colosseo) che risulta comunque inaccessibile da chi si muove in carrozzina o con il deambulatore.

Esiste un’unica possibilità di accesso, quella di percorrere via Nicola Salvi, la strada che da Largo Agnesi porta in discesa verso via Labicana. Tuttavia ci è apparso subito evidente questa mattina che il primo tratto della strada, una trentina di metri (su circa 300), ha un marciapiede molto stretto, tale da rendere impossibile il passaggio alle carrozzine: la giovane americana anche volendo non avrebbe potuto percorrerla. Ecco, con il sindaco abbiamo stabilito che nell’immediato la soluzione potrebbe essere quella almeno di allargare il marciapiede e per questo abbiamo avviato tutte le verifiche tecniche necessarie.

Resta l’amaro in bocca per un caso così spiacevole, una storia umanamente dolorosa che ci dice quanto c’è ancora da fare per rendere dignitosa la vita di tutti romani e di tutti gli stranieri, a partire da quelli che hanno più difficoltà.

 

Così in una nota l’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè.

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