Economia e Lavoro

Burocrazia, tante leggi inutili frenano imprese e sviluppo

Confimprese Italia continua la sua battaglia sul fronte burocrazia chiedendo a gran voce l’abrogazione di tante leggi inutili e ostative ad ogni forma di sviluppo economico e sociale.  Gianfranco Piazzolla (nella foto) Presidente di Confimprese Italia sezione di Viterbo, nonché membro della giunta nazionale, analizza per i nostri lettori l’attuale scenario

 

di Gianfranco Piazzolla*

In Italia l’ impianto normativo è fatto di circa 110 mila leggi  attive  di cui 70 mila nazionali contro le 7 mila della Francia e le 6 mila della Germania e addirittura  le 4 mila del Regno Unito, paesi di gran lunga più evoluti dell’Italia sul piano del diritto. Qui dove il diritto è nato, ci troviamo ora a vederlo soccombere per impreparazione e incapacità di gestione della politica, sempre più priva di competenze specifiche e quasi sempre impreparata a dare risposte ai cittadini, contrariamente ai paesi del nord Europa, dove il diritto lo portarono i romani e le civiltà che si sono susseguite nei secoli lo hanno perfezionato e reso uno  strumento di equità e di giustizia. Altra argomentazione di grande importanza è la digitalizzazione e la processazione tecnologica; se è vero che la digitalizzazione a favore di cittadini e imprese sia effettivamente utile occorre testare la sua efficacia in termini di “tempo” per chi scrive e finalizza una pratica, in termini di “chiarezza” dello strumento utilizzato per raggiungere tale scopo e in termini, quindi, di “immediatezza” degli effetti circa l’operatività di impresa e di filiera amministrativa, sia per i cittadini che per le imprese. Ebbene questi strumenti per ora sembrano essere di “sbilanciato” vantaggio per le pubbliche amministrazioni, che si limitano semplicemente a leggere e chiedere correzioni sui dati già preimpostati da cittadini e imprese. Attualmente per pratiche di cittadini e imprese occorrono in media  circa 30 minuti sino ad arrivare anche ad un’ora a seconda della loro  complessità e del funzionamento dei sistemi informatici nazionali /regionali/comunali, molto spesso al centro di problematiche legate al malfunzionamento antitetico alla tanto decantata efficienza italica digitale che, a quanto visto nei momenti del bisogno, ha clamorosamente confermato di essere tra le peggiori d’Europa. L’obiettivo sostenuto da Confimprese Italia  non è certo quello di smobilizzare il sistema digitale ma di renderlo, piuttosto, immediato, comprensibile e di vera utilità per cittadini e per le imprese e ripristinare ciò che fino a qualche anno fa ricadeva incontrovertibilmente sui doveri dell’ente pubblico verso la collettività, istituendo anche un vero e proprio osservatorio di controllo concertato da stato, organizzazioni di categoria e ordini professionali. Nel merito della crisi covid  19 e guerra ucraina  evidenziando  come occorra monitorare  il forte rischio di trovarsi “vulnerabili” verso i potenzialiapprocci della criminalità organizzata mafiosa anche estera nota per fagocitare imprese in crisi.Proprio per evitare queste infiltrazioni sarebbe interessante sviluppare  una sorta di “golden power” per il settore, tramite la creazione di un soggetto a partecipazione pubblica -o utilizzando anche la stessa Invitalia S.p.a.- con l’obiettivo di acquisire strutture ricettive già operanti sul mercato ma in crisi a causa dei risvolti pandemici, con immediata concessione in rent to buy aziendale agli stessi proprietari/gestori; tali strutture dovranno comunque essere in possesso di parametri tali al 31/12/2019 che dimostrino la loro capacità economica e finanziaria di operare sul mercato già in tempi pre covid. I vantaggi di una simile operazione sarebbero molteplici, fra tutti:
– un’operazione per lo Stato a saldo zero, anzi spesso in attivo, considerando che a livello patrimoniale ci si troverebbe un valore intrinseco, dato da una struttura in cui l’immobile rappresenterebbe l’oggetto principale e non un mero credito, con tutte le problematiche di questo legate al suo eventuale recupero; – evitare lo sciacallaggio da parte di investitori esteri e/o di natura criminale; – mantenere un maggior tasso occupazionale, legato ad una già consolidata capacità di gestione pluriennale da parte dei precedenti conduttori delle strutture. Se  entriamo nell’ottica di riformare i testi unici fiscali, allentare l’imposizione fiscale , abrogare norme  ostative allo sviluppo del paese riusciremo ad agevolare le imprese nella produzione e se riusciremo  liberarle da tanta burocrazia  avremo un ritorno a livello di Pil tornando  ad essere competitivi nei mercati europei e mondiali.

* Presidente ConfimpreseItalia Viterbo e componente della Giunta nazionale

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