Lavoro congiunto dei magistrati italiani e del Vaticano
La procura di Roma ha acquisito degli atti, messi a disposizione del Vaticano, nell’ambito del procedimento già aperto a Piazzale Clodio sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Un procedimento avviato dopo che il Csm aveva chiesto informazioni su un esposto presentato al consiglio dai familiari della ragazza scomparsa a Roma all’età di 15 anni il 22 giugno del 1983. L’inchiesta sarà coordinata da “un sostituto procuratore molto esperto, si tratta del pubblico ministero Stefano Luciani“. A condurre le indagini, invece, i pm romani diretti da Francesco Lo Voi con la collaborazione dei magistrati del Vaticano. La decisione della Procura fa seguito al fascicolo aperto dal Vaticano lo scorso gennaio e all’avvio dei lavori della Commissione bicamerale messa in cantiere dal Parlamento. Secondo quanto si apprende, gli inquirenti hanno acquisito degli atti, messi a disposizione del Vaticano, nell’ambito del procedimento già aperto a Piazzale Clodio sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Un procedimento avviato dopo che il Csmaveva chiesto informazioni su un esposto presentato al consiglio dai familiari della ragazza scomparsa il 22 giugno del 1983 a Roma all’età di 15 anni. Alla vigilia del quarantesimo anniversario della scomparsa della cittadina vaticana si riaccendono così le speranze della famiglia Orlandi di poter finalmente scoprire la verità su quanto accaduto ad Emanuela. La prima inchiesta sulla “ragazza con la fascetta” era stata archiviata nel 1997 dal giudicve Adele Rando su richiesta del sostituto procuratore Giuseppe Malerba. La seconda, guidata dal procuratore Giancarlo Capaldo è stata chiusa nel 2015 quando alla procura di Roma arrivò il procuratore capo Giuseppe Pignatone.