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Cattani (Farmindustria): “Hta consente accesso cure e meno burocrazia”

 

“L’Health technology assessment (Hta) gioca un ruolo significativonel supportare i sistemi sanitari, impegnati nel difficile compito di coniugare il valore ‘terapeutico’ di una tecnologia al valore economico e sociale. Perché oggi la sanità è cambiata e per questo ha bisogno di decidere in base al valore generato dall’innovazione. In passato, oltre all’efficacia, era il ‘costo’ (se non addirittura il solo prezzo) a determinare la preferenza di farmaci o dispositivi. Ora non basta e se la nuova sanità non applicherà il concetto di valore anche alle innovazioni, sarà difficile assicurare a tutti i cittadini un precoce ed uguale accesso alle cure migliori”. Sono partiti da queste premesse i lavori del XV Congresso nazionale della Società italiana di health technology assessment, in corso a Roma. Filo conduttore dell’evento, che ha dato anche il titolo all’edizione 2002, è ‘Hta è valore‘.

“È’ arrivato il momento di dire addio alla sanità per silos basata su criteri economicisti”, ha commentato Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, nel corso della prima sessione plenaria del Congresso che ha avuto come focus la messa in pratica dei percorsi dell’Hta per determinare il valore. “Per cambiare approccio e considerare la salute un investimento, il bene primario da tutelare, e non semplicemente un costo, l’Hta è uno strumento fondamentale, che permette un più rapido accesso ai cittadini alle innovazioni e un iter burocratico semplificato per le aziende farmaceutiche. Il nuovo Regolamento europeo può essere una opportunità ma servirà un dialogo costruttivo tra istituzioni e industria per evitare rigidità e burocrazia e accelerare l’accesso alle cure. Un cambio di passo necessario anche per il nostro Paese che, insieme al cambiamento della governance, alla completa attuazione del Regolamento europeo sugli studi clinici e a un contesto attrattivo per gli investimenti, che speriamo sia promosso dalla prossima legge di bilancio, potrebbe essere decisivo per giocare un ruolo di primo piano nella competizione internazionale”. Il processo suggerito dall’Health technology assessment offre ai sistemi sanitari il mezzo necessario per garantire la sostenibilità. La pandemia ha mostrato chiaramente i bisogni: servono le migliori evidenze scientifiche disponibili per allocare in modo appropriato le risorse e raggiungere i risultati a beneficio di tutti. Non è più sufficiente basare le decisioni sul costo. Va imboccata una strada comune, orientata all’individuazione del valore in cui Hta non è solo strumento ma anche mappa.

Il presidente della Sihta, Francesco Saverio Mennini, e il presidente Omceo Roma, Antonio Magi, che hanno aperto i lavori, hanno ricordato come oggi, più che mai, “non possiamo fare a meno dell’evidenza della scienza al servizio delle decisioni politiche in ambito sanitario”. Sempre in apertura, Giandomenico Nollo, vicepresidente vicario della Sihta, esprime un augurio al nuovo governo: “Perché- ha detto- se la tecnologia è potere, la tecnologia ha bisogno di politica”.

Introducendo i lavori della sessione plenaria Americo Cicchetti, coordinatore dell’Health Policy Forum della Sihta, ha lanciato la provocazione: l’Hta è in pericolo? “Credo ancora- ha affermato Cicchetti- che l’Hta sia un diritto umano, il modo per avere un buon governo. Ma siamo certi- ha chiesto- che i pazienti e i cittadini elettori sappiano di cosa stiamo parlando? È’ importante confrontarci per approfondire e comunicare meglio il valore che è dietro l’Hta”.

Per il docente dell’Università Cattolica, “la politica con la p minuscola segue la legge del più forte. L’Hta è l’argine. Servono però due condizioni: il tempo e la cultura di sfondo“. Il rischio paventato è che in futuro la politica trovi più comodo e rapido informare le proprie scelte, ascoltando direttamente gli esperti, e che i pazienti siano tentati di non cercare più la mediazione. Ciò “non sta accadendo solo in Italia- ha affermato- ma forse qui abbiamo un background più debole. L’Hta è in pericolo. Abbiamo bisogno di riformarla e di una politica che sa confidare nello strumento dell’Hta”.

Achille Iachino, direttore generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del ministero della Salute ha sottolineato come “buone decisioni dipendono da buone informazioni, questo si traduce nella necessità di avere la collaborazione di tutti gli attori del sistema perché il sistema Hta è un ecosistema articolato e complesso, e proprio perché tale necessita della collaborazione di tutti. Tutti gli attori sono chiamati a una prova di maturità per l’Hta che è quella di garantire a chi deve fare Hta di avere un set informativo solido, robusto, elaborabile per far in modo di arrivare alle migliori decisioni possibili per i pazienti e il sistema sanitario”.

Domenico Manotan, direttore generale Agenas, ha evidenziato che “dal punto di vista della struttura con i due decreti legislativi, attuativi della legge delega, l’organizzazione dell’Hta extra farmaco sta cominciando a prendere piede. Agenas- ha detto- è stata incaricata di essere la struttura tenica che farà da coordinamento e di costruire una rete che possa consentitre al decisore politico di prendere le decisoni più appropriate e per la prima volta ci sono anche dei fondi. Si inzia un’attività- ha sottolineato- con un modello organizzativo ben chiaro e con le risorse necessarie per partire”.

Anche dal punto di vista dei cittadini, l’Hta è fondamentale per la tutela del bene salute. “Nell’ambito delle politiche sanitarie pubbliche- ha dichiarato Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva- l’innovazione rappresenta una sfida per l’intera comunità e per il benessere e il miglioramento della qualità della vita di cittadini e pazienti. Allo stesso tempo, l’esperienza della pandemia ci ha mostrato quanto la partecipazionedelle organizzazioni civiche possa essere determinante nella tutela del bene salute. La sostenibilità complessiva dell’assistenza sanitaria e la responsabilità di assicurare servizi efficaci, efficienti, equi e rispettosi dei bisogni dei cittadini impone che le valutazioni delle nuove tecnologie sanitarie siano frutto di un processo partecipato. Per tali ragioni, Cittadinanzattiva – come movimento di partecipazione civica e tutela dei diritti dei cittadini in Italia e in Europa – considera determinante il coinvolgimento dei cittadini nell’Health Tecnology Assessment”.

Per Pierluigi Russo, dirigente ufficio Registri di monitoraggio dell’Aifa, le metodologie dell’Hta non sono in pericolo “ma- ha suggerito- dobbiamo integrarle maggiormente nei processi. Dobbiamo dare un nome ai processi in cui si possono usare le metodologie. Vorrei che l’Hta non fosse più un titolo ma fosse collegata alle decisioni. L’Aifa deve fare su questo ambito ulteriori passaggi. Anche se c’è stata una evoluzione importante. Il precedente ministro ci aveva dato un indirizzo chiaro: valorizzare i farmaci innovativi. Ci siamo chiesti se lo facessimo e se il risultato si muoveva in questa direzione e ci siamo resi conto che c’erano degli spazi di lavoro. C’è da lavorare, bisogna inserire l’Hta nei percorsi decisionali, questo è un punto strategico”.

In conclusione, per il presidente Mennini, il “buon governo collegato all’Hta significa pianificare e programmare. Di contro, il cattivo governo è l’assenza di pianificazione e programmazione. La pianificazione basata sulla logica dell’Hta richiede però informazioni e dati robusti oltre a ruoli definiti e chiari.”. Per il presidente della Sihta, “per definire il valore di una tecnologia o intervento sanitario, va condivisa una metodologia scientifica e rigorosa quale l’Hta”. L’Hta è in pericolo? “Se riusciamo a sviluppare una cultura di fondo, no. Altrimenti il rischio non è per l’Hta ma per il Nostro Ssn e sistema di welfare nel suo complesso”.

Aggiornamento Sta ore 11.01

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