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Crollo storico per il lavoro

Nel 2020 persi 456mila posti di lavoro, aumentano gli inattivi, sono 567mila. Si tratta di un crack per l’occupazione senza precedenti

La pandemia di coronavirus pesa come un macigno sul mercato del lavoro. Secondo l’Istat, nel 2020 il settore mostra un calo dell’occupazione senza precedenti: 456mila posti in meno, per una perdita del 2% che spezza la crescita ininterrotta dei precedenti sei anni, seppur rallentata a partire dal 2017. Si registra, inoltre, un aumento degli inattivi di 15-64 anni (+567mila, +4,3%). Il calo dell’occupazione coinvolge soprattutto i dipendenti a termine (-391mila, -12,8%) e, in minor misura, gli indipendenti (-154mila, -2,9%); il lavoro dipendente a tempo indeterminato mostra invece una crescita (+89 mila, +0,6%).  Diminuzione anche del lavoro a tempo pieno (-251mila, -1,3%) e, soprattutto, del part-time (-205mila, -4,6%); la quota di part-time involontario, inoltre, sale al 64,6% (+0,4 punti) dell’occupazione a tempo parziale (la quota calcolata sul totale degli occupati scende all’11,9%, -0,3 punti, per effetto del più forte calo dei lavoratori part-time).

Ecco, comunque, nel dettaglio il Rapporto di Istat: “Nel quarto trimestre 2020 le dinamiche del mercato del lavoro sono ancora influenzate dalle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria. L’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, registra una diminuzione di -1,5% rispetto al trimestre precedente e di -7,5% rispetto al quarto trimestre 2019; il Pil subisce una contrazione del -1,9% e del -6,6%, rispettivamente. Il numero di occupati cresce di 54 mila unità (+0,2%) rispetto al trimestre precedente, per effetto dell’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato – in termini assoluti superiore al calo di quelli a termine – e della lieve crescita degli indipendenti. Contestualmente, si registra una riduzione del numero di disoccupati (-122 mila) più consistente di quella degli inattivi di 15-64 anni (-10 mila). In termini tendenziali, l’occupazione è ancora in calo (-414 mila unità, -1,8% rispetto al quarto trimestre 2019), nonostante i dipendenti a tempo indeterminato aumentino di 98 mila unità (+0,7%); a diminuire sono soprattutto i dipendenti a termine (-383 mila, -12,3%), ma continuano a calare anche gli indipendenti (-129 mila, -2,4%). La riduzione interessa sia gli occupati a tempo pieno sia quelli a tempo parziale, tra i quali l’incidenza del part time involontario raggiunge il 65,2% (+1,3 punti). Diminuiscono i disoccupati (-172 mila, -6,7% rispetto al quarto trimestre 2019), sia in cerca di prima occupazione sia con precedenti esperienze di lavoro, e si intensifica l’aumento del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (+403 mila, +3,1% in un anno). Il tasso di occupazione, pari al 58,2%, cresce in termini congiunturali (+0,3 punti rispetto al terzo trimestre 2020), ma è ancora inferiore di -0,8 punti a quello del quarto trimestre 2019. Il tasso di disoccupazione diminuisce, in termini congiunturali e tendenziali, mentre quello di inattività – tra le persone con 15-64 anni – aumenta soprattutto nel confronto con il quarto trimestre 2019”.

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