Roma Capitale

Discarica di Albano-Roncigliano, sit-in in Prefettura di Roma sabato

Associazioni ambientaliste e comitati di Roma e area metropolitana si sono dati appuntamento per sabato 15 gennaio, di fronte alla sede della Prefettura e della Città Metropolitana di Roma in piazza Santi Apostoli dalle ore 9.30 per chiedere di “chiudere la discarica di Albano-Roncigliano e tutte le altre. Per una politica dei rifiuti basata solo sul recupero di materia”. “L’ordinanza firmata dalla Raggi dello scorso luglio – spiega una convocazione firmata dal Coordinamento contro l’inceneritore di Albano e dal Presidio permanente contro la discarica di Roncigliano – ha riavviato d’autorità gli sversamenti nel VII invaso di Roncigliano fermo per incendio dal 2016. Così facciamo posto ai rifiuti romani, ad oggi (29/12) per 1600 volte TIR da 30t. hanno continuato a devastare un sito già compromesso dall’avvelenamento delle falde, dai miasmi insopportabili, dalla moltiplicazione del traffico pesante”. “Da ottobre – attaccano i comitati – al governo di Roma e area metropolitana, c’è un altro personaggio che insegue lo stesso vuoto politico di chi lo ha preceduto. E’ chiaro infatti che straparlare della pulizia della città senza fare un passo avanti nella direzione della separazione dei rifiuti e del recupero di materia, significa continuare a riempire buchi ovunque siano, ad alimentare inceneritori e bruciare i prodotti della digestione anaerobica, facendo l’opposto della retorica corrente sul riscaldamento globale”. “Il rischio di una proroga degli sversamenti nella discarica di Roncigliano, l’apertura di una nuova discarica a Magliano Romano o altrove, la trasformazione degli impianti di Cesano e Casal in Selce in centrali a biometano, l’eventuale conferma del piano industriale dell’Ama basato su grandi Tmb, oltre a contrastare il piano regionale sono la migliore foto della barbarie al governo dei rifiuti – denunciano i comitati -. Discariche, inceneritori, biomasse, biometano, in generale la politica tradizionale dei rifiuti grava sulle popolazioni riducendone la speranza di vita e calpestandone le residue prerogative decisionali. Non devono assolutamente peggiorare le nostre condizioni sanitarie, e soprattutto, è insostenibile che a decidere delle nostre esistenze siano possidenti terrieri o oscuri burocrati”, concludono dandosi l’appuntamento per sabato prossimo.

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