Cronaca

Fabbrica di droni militari italiana finisce in mano cinese, affare bloccato dalla Guardia di Finanza

La Guardia di Finanza di Pordenone ha contestato a una azienda italiana che produce droni militari, aeromobili e veicoli spaziali la violazione della legge sulla movimentazione di materiali di armamento. La maggioranza dell’azienda, che rifornisce tra l’altro le forze armate italiane, è stata rilevata, attraverso una società offshore, da due importanti società statali cinesi. Dalle indagini è risultato che l’azienda era stata acquisita da una società con sede a Hong Kong; il valore del capitale risultava 90 volte superiore a quello nominale della società acquisita. Gli accertamenti delle Fiamme gialle hanno consentito di stabilire che dietro all’acquirente c’erano due società controllate dal governo cinese. L’operazione risultava perfezionata con modalità che la Finanza definisce opache e con comunicazioni tardive alla Presidenza del Consiglio e al ministero della Difesa. I finanzieri hanno ravvisato una violazione della legge che disciplina il settore dei materiali di armamento; inoltre viene contestato un reato riguardante la temporanea esportazione dalla Cina di un drone militare in occasione di una Fiera a Shangai. 6 le persone denunciate, tre italiani e tre cinesi. L’inchiesta ha portato alla denuncia di 3 italiani e altrettanti cinesi, in pratica, il management dell’azienda coinvolta e di altre che servivano per lo più a nascondere i reali proprietari della società. Il tutto, nel delicatissimo settore della Difesa nazionale.
Tanto che il Sostituto Procuratore Carmelo Barbaro contesta ai 6 reati connessi alla Legge n. 185/1990 che disciplina la
movimentazione di materiali di armamento.
I primi accertamenti avevano riguardato un’aviosuperficie che fa parte del Demanio militare, in parte occupata, senza autorizzazioni, da un aeroclub privato (formalmente una ONLUS operante in inesistenti attività di Protezione Civile) e da una società industriale operante nella fabbricazione di aeromobili e veicoli spaziali, nonché nella progettazione e produzione di sistemi U.A.V. “Unmanned Aerial Vehicle” di tipo militare.
Sistem oggetto di forniture legate a contratti sottoscritti con il Ministero della Difesa e in partnership, per attività di ricerca e sviluppo tecnologico, con una importante azienda a partecipazione pubblica. Per questo la società pordenonese risulta iscritta nell’apposito registro nazionale delle imprese operanti nel settore dei materiali di armamento, gestito dal Ministero della Difesa e strettamente vigilato.

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