Esteri

Il blocco del Canale di Suez un problema per il petrolio, ma non solo


Quanto accaduto nel Canale di Suez
 è sostanzialmente questo: un incidente che ha avuto nell’arco di poche ore delle ripercussioni mondiali. La Ever Given, nave portacontainer di 400 metri di lunghezza, si è incagliata al chilometro 151 del canale egiziano bloccando la rotta. Si indaga per capire cosa sia realmente accaduto comprese le autorità di Panama, dove è registrato il cargo.  La compagnia taiwanese Evergeen Marine ha spiegato che la causa potrebbe addebitarsial maltempo con raffiche a 40 nodi e sabbia che si è sollevata dal deserto, quindi condizioni di visibilità per cui la nave  (di 224mila tonnellate) è diventata ingovernabile e i venti avrebbero spostato la prua fino a farla incagliare in mezzo al canale.

Questa la versione, confidata da un funzionario egiziano alla Associated Press, solleva molti dubbi perché al momento le indagini “escludono qualsiasi guasto meccanico o del motore”, ha detto la compagnia e anche perché nel canale vigono regole  che rendono impossibile questo tipo di incidenti.

Quotidianamente da Suez passando convogli con una nave a un miglio di distanza l’una dall’altra e occorrono 15 ore di navigazione con l’aiuto di un pilota egiziano accolto nei cargo per far rispettare il rigido regolamento imposto dall’Autorità di Suez. 

Al momento il traffico non è  ripreso e molte navi sono ancora ferme  come segnalato dalla emittente araba Al Jazeera che parla di almeno 150 navi bloccate, blocco che secondo stime accreditate, fa perdere almeno  9 miliardi Usd al giorno. 

Secondo le stime dell’agenzia dal  Reuters  dalcanale transita il 10% del gas e del petrolio che viene trasportato via mare e il 12% del traffico merci di tutto il mondo, questa la ragione per cui il prezzo del greggio è balzato già ieri del +5%. 

L’Egitto sa che il Canale è un problema globale perché solo nel 2020 vi transitavano 19mila navi e il Cairo ha incassato  5,6 miliardi di dollari di diritti. Ma questo non è l’unico incidente verificatosi che ha sollecitato l’interesse strategico di tutte le grandi Potenze. 

L’Italia ha interessi molto importanti nell’area e non è casuale che abbia suoi militari a Gibuti e navi nel Golfo di Aden allingresso sud del Mar Rosso, senza parlare delle relazioni economiche con l’Egitto. In ogni caso è da escludere che la situazione del Canale possa comportare interventi di altre potenze. Gli interessi con il Cairo sono blindati da consolidati equilibri internazionali. 

AGC GreenCom

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