Esteri

Kirghizistan, le cause del nuovo, tentato colpo di stato 

In Kirghizistan è stato organizzato un colpo di stato, tutt’altro che il primo nella storia recente di questa repubblica ex sovietic. Il Comitato statale per la sicurezza nazionale  ha condotto un’operazione di detenzione di massa. 

 

L’agenzia di stampa 24.kg scrive che le forze di sicurezza hanno individuato “partecipanti a un possibile colpo di stato, con un gruppo di persone si stava preparando a prendere il potere con la forza”. Non ci sono ancora informazioni su quante persone siano state arrestate.

 

Cauta la reazione di Mosca secondo la quale le notizie suul  tentativo di colpo di stato in Kirghizistan possono essere descritte inquietanti, come annunciato lunedì 5 giugno dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

 

Si ricorda che sotto il nome di Rivoluzione dei Tulipani nel 2005, quando l’autocrate  Askar Akaev era al potere, iniziarono le proteste di massa  organizzate da ex  statisti che erano stati privati di benefici e privilegi. Inoltre l’opposizione contestava l’intenzione di Akayev di candidarsi per un quarto mandato, mentre accusava gli oppositori di ricevere finanziamenti dall’Occidente.

Pogrom, saccheggi… La gente chiedeva le dimissioni di Akayev con un Paese diviso in due fra gli umori dell’opposizione dominante nel sud, mentre il nord sosteneva il governo ufficiale, in quel frangente l’opposizione cercò di accusare Akaev di voler fomentare un conflitto tra kirghisi e uzbeki.

Oggi è diffusa l’opinione che quella che quanto  sta accadendo siaun’altra “rivoluzione colorata”, di cui ce ne sono già state parecchie nei paesi della CSI, comunità degli stati indipendenti ex repubbliche sovietiche. 

La Russia ha offerto una mediazione per risolvere il conflitto mentre le forze di sicurezza sono passate dalla parte dell’opposizione. Uzbekistan e Tagikistan stanno chiudendo i loro confinie si parla  di una possibile separazione delle regioni meridionali del Kirghizistan in uno stato separato per evitare i rischi di una guerra civile.

Un altro violento cambio di potere in Kirghizistan ha avuto già luogo nell’aprile 2010quando il presidente  Kurmanbek Bakiyev incapace di migliorare il tenore di vita della popolazione a fronte della corruzione dilagante.  Il 27 giugno di quell’anno si tenne il referendum sulla nuova costituzione del Kirghizistan che diventa una repubblica parlamentare con un governo tecnico di transizione.

La Rivoluzione Umutbek (o la Terza Rivoluzione) è avvenuta nell’ottobre 2020quando il presidente Sooronbai Jeenbekov è stato destituito. SuccessivamenteSadyr Japarov divenuto capo di stato ad interim,  ufficialmente presidente il 28 gennaio 2021.

Le relazioni diplomatiche con la Russia sono state stabilite stabilite il 20 marzo 1992 con 200 accordi e trattati. Il principale è il Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza. Nel 2000 è stata firmata  firmato la Dichiarazione di eterna amicizia, alleanza e partenariato con Mosca.

La Russia e il Kirghizistan sono partner dell’Unione economica eurasiatica, dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva, della CSI e dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai. Il Kirghizistan rappresenta lo 0,3% del fatturato totale del commercio estero della Russia. Nel 2020 era di 1,69 miliardi dolllari, nel 2022 era di 3,5 miliardi.

La Russia fornisce ai kirghisi cibo, metalli, macchinari, veicoli, nonché minerali, carburanti, attrezzature e prodotti dell’industria chimica. Cotone, latticini, rame, dispositivi meccanici, attrezzature, tessuti vengono importati dalla repubblica.

 

Il  Kirghizistan ha un ruolo strategico nell’Asia centrale confinando a Nord con il Kazakistan, a Ovest con l’Uzbekistan e il Tagikistan, a Sud e a Est con la Cina. Con una uperficie: 198.500 km quadrati e una popolazione di 4.670.000 abitanti possiede notevoli riserve di carbone e alcuni giacimenti di petrolio e gas naturale.

 

L’estrazione dell’oro è aumentata di importanza con la miniera di Kuntor fra le più importanti del mondo, le cui entrate rappresentano il 9% del Pil del Paese, gestita da una società canadese, altri giacimenti sono stati rinvenuti fra i quali nel 2012 la miniera di Solton Sari di proprietà di una società cinese.

 

GiElle

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