Politica

La spallata di Confindustria, Bonomi: “Ora basta. Serve l’obbligo vaccinale. Si rischia di lasciare spazio alla pandemia”

 

“L’obbligo vaccinale? Il Governo è ancora in tempo per introdurlo. Le riforme strutturali? Ora o mai più. Anche se vedo i partiti distratti dalla campagna elettorale per il Quirinale, serve invece coesione e senso di responsabilità. La crescita? Siamo solo di fronte ad un rimbalzo dell’economia e per sostenere lo sviluppo bisogna mettere a terra il Pnrr, andare avanti con i cambiamenti strutturali, partendo dal tema dell’energia fino a quello del fisco. La manovra? L’industria è stata dimenticata, messa da parte, anche se la nostra manifattura ha innescato la ripresa, creato lavoro, messo le basi per un nuovo impulso allo sviluppo”. Il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, in un’intervista al Messaggero, ha espresso un serie di riflessioni a tutto campo. Facendo un bilancio dell’anno che si sta chiudendo Bonomi ha affermato che “Possiamo dividere il 2021 in due fasi: la prima, quella del precedente Governo, che ha adottato misure inefficaci, perso tempo sul Pnrr e affrontato con troppa titubanza l’emergenza sanitaria. Nella seconda parte dell’anno, con l’esecutivo Draghi, c’è stato un cambio di marcia innegabile, una nuova fase di convergenza tra le varie forze del Paese, una fase di costruzione, impegno. Poi è arrivato il recupero del prestigio internazionale, il riconoscimento dei passi in avanti fatti, grazie proprio all’opera e al lavoro del Presidente del Consiglio”. Secondo il Presidente, non si tratta solo di Pil in crescita del 6,1% e obiettivi del Pnrr raggiunti, bensì di “un rimbalzo perché venivamo da un meno 8,6% e per recuperare la perdita ci vorrà tempo. Ricordo che, quando avremo recuperato tutto il calo del 2020, saremo ancora sotto di ben 4 punti di Pil rispetto al 2008. Per questo è il momento di andare avanti, di proseguire sul sentiero delle riforme strutturali dello sviluppo. E invece…” Per Bonomi “la manovra è un’occasione persa. Legge di bilancio e decreto fiscali non vanno nella giusta direzione. Manca qualcosa. La battaglia dei partiti impegnati ciascuno a mettere le proprie bandierine ha impedito un energico taglio contributivo del cuneo fiscale, mentre è venuto meno il patent box, i crediti alla ricerca, una maggiore spinta alla sburocratizzazione ed è stata depotenziata Industria 4.0”. Sulla partita per il Quirinale e sulla corsa a Palazzo Chigi il Presidente Bonomi ha osservato: “È stata smarrita la stella polare della crescita. Solo puntando sullo sviluppo potremo ripagare il debito che si è già creato e che contrarremo con il Pnrr. Nel 2024 la crescita stimata è all’1,5%. Insomma, credo sia il momento, e lo ripeto da mesi, di puntare a un deciso sostegno agli investimenti privati. Solo con la crescita si potrà ripagare il debito con cui, prima o poi, bisognerà fare i conti. Lo spread sta tornando a crescere, nonostante il Presidente Draghi. I partiti devono riflettere su questo invece che litigare. Anche perché l’anno prossimo si tornerà a discutere del Patto di Stabilità e delle nuove regole sugli aiuti di Stato e gli acquisti della Bce inizieranno a calare”. Parlando di Draghi e Mattarella Bonomi ha affermato “Non entro nel toto nomine. Ho il massimo rispetto delle istituzioni. Dico solo che ora vanno fatte le riforme strutturali perché adesso abbiamo le risorse per farlo. E non possiamo essere distratti dalla campagna elettorale, dalle beghe dei partiti in cerca di riposizionamento. Le incertezze politiche non si possono sommare alle altre che ci circondano, come la pandemia e il caro materie prime”. In merito all’obbligo vaccinale, il Presidente Bonomi ha affermato che, anche se è stato perso tanto tempo, il Governo può ancora varare l’obbligo vaccinale. “Si rischia di frenare la ripresa, di lasciare spazio alla pandemia” – ha detto, aggiungendo di comprendere come sia “difficile per qualsiasi democrazia spiegare la necessità dell’obbligo vaccinale, “ma penso si debba fare. Ora o mai più” – ha sottolineato. “Del resto, gli italiani hanno dato prova di grande responsabilità. Bisogna darsi degli obiettivi, è importante comprendere che è una battaglia di medio/lungo periodo ed evitare che i no vax vanifichino i sacrifici fatti fin qui. Stiamo pagando, penso ai numeri in crescita di questi giorni sui contagi e alle quarantene, i ritardi del passato. Non dobbiamo mettere il Paese in pericolo, non possiamo farlo. Ora è il momento di costruire l’Italia del futuro, nell’interesse di tutti, senza bandierine di sorta”.

Sul rischio per imprese e famiglie dato dalla stretta sulle forniture energetiche il Presidente ha detto: “Siamo al bivio. Bisogna avere visione e chi ci rappresenta deve evitare di farsi distrarre. Sul tema energia paghiamo tutta una serie di stop di stampo ideologico che hanno solo rimandato nel tempo i problemi. Che ora vengono al pettine. Bisogna attivare politiche strutturali. La nostra filiera industriale rischia grosso, molte imprese hanno già ridotto o chiuso le produzioni. Certamente bisogna ripensare al nucleare pulito, come proposto dal ministro Cingolani, visto, tra l’altro che la Francia e altri 13 Paesi della Ue hanno centrali atomiche. Aggiungo che ci sono progetti internazionali già avviati per tecnologie nucleari più sicure e penso che anche l’Italia dovrebbe parteciparvi. Giusto anche aumentare la produzione dai nostri giacimenti di gas e consentire e accelerare la cattura e lo stoccaggio della Co2 prodotto dalle lavorazioni industriali a cui si è appena detto un nuovo no. Insomma, occorre mettere a punto la strategia, con i no-trivelle e i no-gas non si va da nessuna parte”. Per il leader degli industriali, che i costi della transizione energetica saranno altissimi per le imprese si tratta di “una certezza che si aggrava sempre di più. In Spagna, tanto per fare un esempio, hanno stanziato 13 miliardi da spendere entro il 2023 per la transizione green che riguarda il settore automotive. Da noi si rischia di perdere una filiera con oltre 70mila dipendenti, non considerando l’indotto. Servono interventi urgenti, per evitare il declino, la crisi del comparto. Una manovra ad ampio raggio per tutelare tutta la manifattura come hanno già fatto Francia e Germania assumendo energiche misure di contenimento della bolletta energetica non solo per le famiglie ma anche per le imprese industriali. Servono misure e una visione strategica che tuteli le filiere – ha illustrato Bonomi – così come va valorizzato il ruolo di Roma e di tutto il Mezzogiorno. Solo mettendo al centro la Capitale, e lo dicevo anche quando ero presidente di Assolombarda, può crescere tutto il Paese, dando poteri e spinta per una crescita organica. Non a caso molti mesi fa Confindustria propose di assumere il grande Giubileo 2025 come strumento di crescita nazionale in aggiunta al Pnrr”.  Mentre, in merito ai tassi d’interesse e alla spinta inflazionistica Bonomi ha affermato: “Il sistema bancario italiano sta ragionando sulle spinte inflattive che riguardano l’Italia, la Germania, gli Stati Uniti, analizzando una situazione in evoluzione. Legate, tra l’altro, ad una ripresa diversa a seconda dei singoli Paesi. La Bce deve tenere conto di questa situazione differenziata. Il fatto è che le imprese non potranno ancora a lungo evitare di trasferire gli aumenti considerevolissimi di prezzi che stanno sostenendo anche su clienti e consumatori. Bisogna sapere che si può avviare una spirale molto rischiosa”.

Infine, Bonomi ha concluso l’intervista auspicando per il 2022 che “il Paese e tutte le forze responsabili siano unite. Noi come Confindustria faremo la nostra parte, come abbiamo già dimostrato in questi mesi, nell’esclusivo interesse del bene del Paese. Vogliamo una politica economica inclusiva, per modernizzare l’Italia e realizzare le riforme che attendiamo da anni. Ora o mai più”.

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