L’editore e psicoterapeuta Federico Bianchi di Castelbianco è finito agli arresti domiciliari nell’ambito di una inchiesta per accuse di corruzione. In ragione dello stesso filone d’inchiesta la medesina misura cautelare è stata disposta per due dipendenti del ministero dell’istruzione, uno dei quali – si spiega – di recente è andato in pensione. I due funzionari sono accusati di aver posto in essere atti contrari ai doveri d’ufficio a fronte delle utilità ricevute dall’imprenditore. Altri tre soggetti, collegati a Bianchi di Castelbianco – si aggiunge – sarebbero intervenuti, a vario titolo, nella dazione delle utilità. A carico di un terzo dipendente del Miur, è stata applicata la misura interdittiva della sospensione temporanea per un anno dall’esercizio del pubblico ufficio. L’editore era già finito agli arresti nel settembre dello scorso anno in una tranche che coinvolse una alta dirigente del ministero dell’istruzione. Secondo quanto si spiega in una nota della Guardia di finanza- Nucleo di polizia valutaria Bianchi di Castelbianco avrebbe potuto contare sulla collaborazione fornita dai dipendenti del Miur, secondo uno schema di scambio di interessi tradotti in vantaggi economici per l’imprenditore e utilità per i predetti pubblici dipendenti. Bianchi di Castelbianco sarebbe stato, così, in grado di conoscere anticipatamente i contenuti dei bandi per il finanziamento di progetti scolastici apportandone le modifiche necessarie per favorire le sue società e avrebbe partecipato a riunioni strategiche presso il Ministero dell’Istruzione per concordare la distribuzione dei finanziamenti destinati ad alcuni istituti scolastici.