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Attentati del 1993 a Milano, perquisita l’abitazione di una donna sospettata del coinvolgimento diretto nell’azione criminale

Nell’ambito delle indagini sulle stragi mafiose del biennio 1993-1994, condotte dalla Dda di Firenze, i carabinieri del Ros fiorentino hanno eseguito in Lombardia un decreto di perquisizione, ispezione e sequestro nei confronti di una donna che, secondo quanto emerso, gli inquirenti ipotizzano essere coinvolta nell’esecuzione materiale dell’attentato del 27 luglio 1993 compiuto in via Palestro a Milano, in concorso con appartenenti a Cosa nostra già condannati in via definitiva. La donna, sempre secondo quanto spiegato, avrebbe avuto funzioni di autista dell’autobomba: 5 le vittime, danni ingenti al Padiglione d’ arte contemporanea. Secondo quanto emerso dalle indagini compiute dagli investigato del Ros, due testimoni oculari dell’attentato riferirono di aver notato una donna di circa trent’anni guidare la Fiat Uno imbottita di esplosivo fino a via Palestro. All’epoca si parlò di misteriosa “biondina”. Alcuni mesi dopo, nel settembre del 1993, durante una perquisizione effettuata in un villino ad Alcamo nell’ambito delle indagini sulle stragi – che portò al sequestro di numerose armi-, fu trovata in un volume di enciclopedia la foto di una donna, molto simile all’identikit elaborato sulla base dei racconti dei testimoni di via Palestro. A distanza di 28 anni, le nuove tecnologie per la comparazione dei volti a disposizione degli investigatori avrebbero permesso di identificare la foto ritrovata ad Alcamo con una foto segnaletica della donna ora perquisita, risalente al 1992.

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