“Sono tornato perché in Italia c’è un clima di ricostruzione, simile a quello che i miei nonni mi raccontavano nel secondo dopoguerra. E questo è un periodo in cui bisogna esserci, è il momento in cui il Paese comincerà a ripartire. Poi mi ha convinto l’arrivo di Draghi, una persona che ha deciso di lavorare per il suo Paese. Il terzo motivo per cui ho deciso di tornare è che il Pd stava implodendo. Rischiavamo uno squilibrio nel governo e ho pensato di poter essere utile al Paese”. Lo dice, in un’intervista a El Pais, il segretario del Pd Enrico Letta. “La nostra democrazia è malata. Non è possibile che in dieci anni abbiamo avuto sette governi e sei primi ministri. E in più, solo in questa legislatura ci sono stati più di duecento casi di transfughi in Parlamento”, spiega Letta che sul Pd sottolinea: “bisogna ricostruirlo sulla base di valori, programmi e comportamenti all’interno basati sul rispetto. E ho cominciato dalla questione di genere. Servono due anni per ricostruire il partito e posizionarlo. Partiamo dal disastro del 2018”. Sul governo, e in particolare sull’atteggiamento della Lega, Letta sottolinea: “Salvini basa tutto sui sondaggi da quando è entrato nel governo e ha cominciato a bombardarlo. Non credo che la strategia funzioni. Però deve scegliere se stare al governo o all’opposizione”.
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